Opinionisti Giacomo Moretti

Spediamoli su Marte

La sonda progettata sotto l’egida della N.A.S.A. ha percorso i suoi 480 milioni di Km

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Qualche giorno fa, mentre in Italia imperversava un imprescindibile fondamentale dibattito su chi tra i nostri politici avesse il babbo più o meno impresentabile, il mondo era alle prese con ben altre vicende.

Mentre tutti lungo lo stivale erano trepidanti di capire se il babbo del Ministro Di Maio fosse stato accusato torto o a ragione dalle “Iene”, mentre partivano accuse incociate tra Renzi, Boschi, l’immancabile Di Battista sempre presente da oltre oceano, e tanti altri nella solita rissa nostrana, il resto del mondo stava con la testa all’insù.

No, non per cercare al solito asino che vola, indicato dal politico di turno, ma per assistere ad un qualcosa che cambierà la nostra esistenza.

Non sto parlando del calo delle accise sui carburanti, peraltro sempre in costante aumento, giusto per la cronaca.

Mi riferisco ad un qualcosa che si è mosso silenzioso, un movimento costante e velocissimo, un viaggio durato sette mesi, ma che è stato possibile grazie al lavoro di migliaia di persone, un lavoro durato più di dieci anni.

Me li immagino: ingegneri, scienziati, e tutti i cervelloni che studiano, provano, ricercano all’interno di qualche ultra sofisticato laboratorio.

Un’impresa che è costata oltre un miliardo di dollari.

Così, mentre noi assistevamo alle continue risse da salotto televisivo, abbiamo appreso che ci sono menti che non fermano mai i propri neuroni e sì, alla fine il tutto, dopo dieci anni appunto si è concluso, o meglio cominciato con un urlo…MISSIONE COMPIUTA!!!

La sonda progettata sotto l’egida della N.A.S.A. ha percorso i suoi 480milioni di Km (e io che a volte mi lamento dei Km che percorro in auto!), la sonda “Insight”, questo il suo nome, è scesa su Marte, tutto come previsto.

La cosa che più mi colpisce è che è stata progettata anche da menti italiane, menti che hanno studiato e realizzato parti essenziali della sonda stessa, come per esempio dei sensori che ne hanno potuto indicare la posizione e indicare la rotta, pensate voi a chi non capita di perdersi in auto nonostante i navigatori?

Ebbene, nonostante lo spazio immenso, i nostri scienziati hanno creato una specie di navigatore stellare che ha consentito alla sonda di trovare la sua strada nell’infinito.

Io ovviamente di tutta questa roba scientifica non ci capisco nulla, non ho nemmeno capito come, sempre scienziati italiani abbiano potuto realizzare una trivella che consentirà di estrarre suolo marziano per poterlo studiare al fine di poter presto colonizzare il pianeta rosso.

Quando ero piccolo questa roba era pura fantascienza, oggi non più.

Negli Stati Uniti in questi giorni ha ripreso piede il dibattito sulla conquista dello spazio da parte dell’uomo.

Del resto gli U.S.A. hanno da festeggiare in quanto sono il primo Paese al mondo a realizzare lo sbarco di robot sul pianeta rosso, ovviamente pescando le menti migliori del pianeta Terra, si sa senza menti non si fa nulla, ma anche con le menti senza dollari si va poco lontano.

Noi europei provammo nel 2016 a far sbarcare i nostri robot da esplorazione su Marte, ma la nostra sonda schiantò rovinosamente al suolo, poi vorrei sapere chi ebbe la bella idea di chiamarla “Schiapparelli”.

E mentre il mondo guardava alla seria conquista di Marte, noi abbiamo dibattuto sul presunto abuso edilizio sul lottino di terra del babbo del Ministro.

Mentre la nostra Italia migliore vedeva i propri progetti realizzarsi nelle reti televisive italiane, si assisteva alla solita rissa del tutti contro tutti.

Ora la sonda ci sta regalando immagini marziane stupende, immagini che cozzano profondamente con le immagini altrettanto marziane che giungono dai nostri studi televisivi.

E così, mentre siamo stati capaci di far viaggiare una sonda a 19.800 Km orari circa, se nello spazio ci fossero gli autovelox la N.A.S.A. chiuderebbe dopo 1 minuto, noi ancora siamo costretti a sorbirci le solite chiacchiere inconcludenti che sanno di vecchio, sanno di inconcludenza.

La scelta di dibattere sui “babbi di”, è stata davvero triste.

Mentre il mondo viaggia veloce, noi guardiamo indietro.

Mentre si percorrono 480 milioni di Km a velocità impensabili, noi siamo fermi al dibattito trito e ritrito.

Forse noi italiani invece di mandare su Marte la nostra tecnologia, per salvarci, avremmo dovuto spedire taluni personaggi, chissà magari un po’ di sana aria marziana potrebbe essere per loro di giovamento.

A noi gioverebbe certamente, almeno per qualche mese saremmo liberati da certi strazi che siamo costretti a sorbirci tutte le sere.

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
30/11/2018 11:29:49

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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