Rinunciare a curarsi
Dati che fanno impressione
L'anno scorso tredici milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi. Tra i fattori principali figurano i «motivi economici» (10,9% dei casi) e le «lunghe liste di attesa» (9,8%) e infine, la mancanza di fiducia nel sistema sanitario della propria regione. In una famiglia su tre (34,3%) in Italia qualcuno quindi ha rinunciato a curarsi. È questo uno dei dati emersi dall’analisi dell’Ips, l’Indice di Performance Sanitaria, sviluppata per il terzo anno consecutivo dall’Istituto Demoskopika sulla base di otto indicatori tra cui la soddisfazione sui servizi sanitari, costi della politica e speranza di vita.
Ma dove ci si cura più volentieri?
In totale sono sei le realtà territoriali definite “sane”, nove le aree “influenzate” e cinque le regioni “malate”.
L’Emilia Romagna è la regione in testa per efficienza del sistema sanitario italiano, mentre Sicilia e Molise si collocano in coda tra le realtà “più malate” del paese. Crolla il Piemonte che finisce nell’area delle regioni “influenzate”. Entrano, inoltre, nell’area delle realtà sanitarie d’eccellenza oltre a Marche e Veneto, anche la Toscana e l'Umbria. Meno male! Al Sud Puglia, Abruzzo e Basilicata migliorano la loro condizione lasciando l’area dei sistemi sanitari locali più sofferenti. La Calabria abbandona, l’ultima posizione tra le realtà “malate” collocandosi al di sopra di Sicilia e Molise. Tra i 13,5 milioni di italiani, pari al 22,3%, che hanno rinunciato a curarsi, molti non hanno potuto però nemmeno affrontare i costi della migrazione sanitaria ritenuti troppo esosi. Un dramma vero e proprio. Se la gente non si cura neanche più c'è qualcosa che va oltre la crisi economica; una sorta di sofferenza psicologica, di pessimismo generale, di abbandono. E quando non viene più tutelato il diritto alla salute per tutti, specie le fasce più deboli, si minano le basi della nostra civiltà. Qualcosa su cui riflettere.
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
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