Opinionisti Buttarini Massimo

Per fare il sindaco non servono le buone intenzioni

"Il buon amministratore sa prendersi le sue responsabilità e non da la colpa agli altri se le cose gli sono andate male"

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La figura del Sindaco esula da quella del politico tradizionale. Più che politico il sindaco deve essere un buon amministratore e deve amare la propria città ma questo amore non lo deve accecare. Sappiamo bene, invece, che l'amore infervora e fa perdere di vista la realtà, porta a fare e a dire degli spropositi che non stanno né in cielo né in terra. L'amministrazione locale è una questione molto delicata e che deve essere affrontata con i piedi ben piantati per terra. Il Sindaco, come buon amministratore, deve essere prima di tutto affidabile e per affidabile, intendo, a partire dalle piccole ma grandi cose. Per esempio la puntualità e il rispetto per gli appuntamenti. Invece di strafare dovrebbe limitarsi a fare. Come l'innamorato, o il rivoluzionario, ci auguriamo che sia magari un po meno passionale ma molto più concreto e che non si limiti a disfare ma si impegni a costruire. E che in questo suo fare non perda di vista un'altra caratteristica fondamentale: l'ascolto. Un ascolto attivo non tanto per dare contentini. Un buon amministratore locale deve necessariamente essere un buon organizzatore e un buon programmatore. Deve necessariamente possedere la capacità di gestire un gruppo ma se non si sa gestire da solo questo sarà soltanto una chimera. Quindi grandi capacità di autogestirsi, consapevolezza delle proprie capacità ma anche e soprattutto dei propri limiti. Quindi capacità di delegare e buona conoscenza e consapevolezza delle risorse umane, sue e di quelle degli altri che devono essere collocati al posto giusto. Un buon amministratore locale, anche se lo pensa, non dirà mai "oddio ora che faccio?", perché questo lo investirà di un alone di inaffidabilità e creerà insicurezza anche nel suo team. Un buon amministratore, anche di fronte all'inatteso, sa governare l'inquietudine che questo sollecita e riesce a riflettere e a prendersi quel tempo giusto che serve per improntare la giusta strategia. Un buon amministratore locale non si può presentare in maniera troppo raccapezzata, della serie "ragazzi io questo non l'ho mai fatto.." e non può neanche dire "oddio mi sono perso..." magari mentre sta parlando di fronte ad un pubblico di ascoltatori che inevitabilmente lo giudicherà. Perché l'amministratore Sindaco dovrà essere una guida, come un affidabile e solido padre di famiglia per tutta la cittadinanza e sappiamo bene che quando l'autorevolezza del padre  cede la famiglia  si disgrega e ne abbiamo esempi a iosa nell'epoca attuale. Un buon amministratore locale sa distinguere bene tra il dire e il fare e di chiacchiere ne può dire quante ne vuole; dovrebbe sapere anche che i cittadini sono stufi di sentir dire da qualcuno che è arrivato lui per cambiare il sistema...Renzi è stata un'esperienza più che sufficiente. IL buon amministratore sa prendersi le sue responsabilità e non da la colpa agli altri se le cose gli sono andate male o se non vanno...si mette a riflettere sulle sue responsabilità prima di tutto e su cosa fare per cambiare rotta...il buon amministratore ha un buon contatto con la realtà e sa distinguerla dai sogni e dalle fantasie e prima di pensare soltanto di intraprendere una campagna e candidarsi a sindaco un bell'esamino di coscienza se lo è fatto, soprattutto se è la prima volta che si candida perché non si lascia prendere dalle sue frustrazioni personali nel prendere questa decisione ma da una serie motivazione soppesata con grande senso di responsabilità consapevole degli impegni che sarà chiamato ad affrontare e che riguardano la vita dell'intera cittadinanza. Quindi a buon intenditor poche parole e a chi ha orecchie per intendere che si sforzi ci raccomandiamo e per l'amor del cielo che intenda. Purtroppo la realtà ci insegna e anche la saggezza popolare che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire", per tanti motivi, per il suo narcisismo malato, per il suo desiderio di riscatto, per il livello di frustrazione che gli è diventato intollerabile ed è più forte di lui si deve mettere in mostra e confonde questo credendo invece che è ora che qualcuno faccia qualcosa e, chissà per quale motivo deve essere lui questo non importa, è di secondaria importanza, ci crede così tanto da perdere il contatto con la ragionevolezza. Non riesce a farsi da parte, deve essere lui il protagonista, semmai ci fosse una coalizione, il bene della città a quel punto passa in secondo piano se non viene proposto come il referente maximo della lista. Che dire. Non ci rimane altro che appellarci alla misericordia divina e alla capacità critica degli elettori.

Massimo Buttarini

Redazione
© Riproduzione riservata
31/05/2016 09:54:08

Buttarini Massimo

Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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