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La Francia avverte Netanyahu: "Conseguenze se Israele attacca Rafah"

Macron con l'Egitto e la Giordania: "Un cessate il fuoco immediato e rilascio degli ostaggi"

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"La vittoria su Hamas richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c'è una data". Le parole del premier israeliano Benyamin Netanyahu hanno bloccato le ipotesi di tregua. Il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re giordano Abdullah II hanno chiesto un cessate il fuoco "immediato" e il rilascio di "tutti gli ostaggi" a Gaza e hanno messo in guardia Israele dalle "pericolose conseguenze" di un'offensiva a Rafah.

La "minaccia di escalation nella regione"

"La guerra a Gaza e le catastrofiche sofferenze umane che sta causando devono finire immediatamente", hanno scritto in un articolo pubblicato su quattro quotidiani, tra cui Le Monde. Un'offensiva a Rafah "non farà altro che aumentare le perdite e le sofferenze umane, aggravare il rischio e le conseguenze di un massiccio spostamento forzato della popolazione di Gaza e portare a una minaccia di escalation nella regione".

Pressing degli Usa per la tregua

C'è ottimismo sui media israeliani e arabi per l'ultimo colloquio al Cairo tra i negoziatori chiamati a trovare un punto comune per mettere fine, almeno temporaneamente, alle ostilità a Gaza e riportare a casa gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas. La proposta in esame è quella americana ed è concreta: secondo fonti egiziane citate dai media qatarini, si lavora a sei settimane di tregua in cambio del rilascio di 40 ostaggi, con un parziale ritorno di sfollati palestinesi nella parte nord della Striscia. Mentre nell'immediato il capo della Cia William Burns ha chiesto di fermare i combattimenti in tutte le forme durante la festa di Eid al-Fitr, che dura tre giorni a partire da martedì sera e chiude il Ramadan, riferisce l'emittente saudita 'Al-Sharq'. Durante la pausa per l'Eid, i negoziati in corso al Cairo tra le parti dovrebbero continuare.

Hamas: "Il successo del negoziato dipende dalla fine dell'aggressione"

Hamas afferma che le parole del premier Netanyahu "sollevano interrogativi sullo scopo della ripresa dei negoziati". "Il successo di qualsiasi negoziato dipende dalla fine dell'aggressione", ha detto all'emittente araba Al Jazeera il portavoce del movimento islamista palestinese Sami Abu Zahry. Le richieste di Hamas "sono chiare: la fine dell'aggressione contro il nostro popolo", ha aggiunto Zahry.

La proposta di tregua dei palestinesi

In un comunicato stampa citato dai media arabi, Hamas ribadisce che sta studiando una proposta di tregua nella Striscia di Gaza raggiunta al Cairo. Il movimento islamista palestinese esprime apprezzamento per gli sforzi dei mediatori ma afferma che Israele non ha risposto a nessuna delle sue richieste e la posizione dello Stato ebraico nei negoziati "resta ostinata". Nonostante questo i leader di Hamas stanno studiando l'ultima proposta e "informeranno i mediatori della loro risposta una volta che ne completeranno" l'esame, si legge nella nota del movimento al potere nella Striscia di Gaza. Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di sei settimane con la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione dell'enclave palestinese.

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
09/04/2024 20:56:51


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