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La Russia fa paura, la Danimarca impone il servizio militare alle donne

Fioccano gli investimenti per rafforzare i confini e ammodernare le tecnologie militari

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La "minaccia russa" spaventa i Paesi dell'Est e del Nord Europa. E' certamente nel contesto di instabilità internazionale, acuitosi a seguito della aggressione all'Ucraina da parte della Russia, che si inserisce la decisione della Danimarca di estendere il servizio militare obbligatorio anche alle donne e avviare una fase di riarmo. Una presa di posizione chiara nella scacchiera della geopolitica europea, per la quale si è assistito all'ingresso nella Nato della Svezia, all'inizio del mese, e della Finlandia appena un anno fa: entrambe hanno rinunciato alla storica neutralità dal Patto del Nord Atlantico e da quello di Varsavia, scelta all'indomani della II Guerra mondiale. Un ricompattamento dei Paesi scandinavi intorno alla Nato che presuppone una serie di scelte di campo. Nelle quali si inserisce a pieno titolo la coscrizione delle donne. La Danimarca diviene così il terzo Paese Ue, insieme alle due "nazioni sorelle", a obbligare le donne alla leva. 

La premier: "Ci riarmiamo perché non vogliamo la guerra"

"Una coscrizione più robusta, che includa la piena parità di genere, deve contribuire a risolvere le sfide della difesa, la mobilitazione nazionale e l'equipaggiamento delle nostre forze armate", ha detto il ministro della Difesa, Troels Lund Poulsen, che ha annunciato anche l'aumento del periodo obbligatorio di armi da 4 a 11 mesi, sia per gli uomini che per le donne. La premier danese, Mette Frederiksen, ha peraltro sottolineato: "Non riarmiamo perché vogliamo la guerra. Ci stiamo riarmando perché vogliamo evitarla". 

Lo scorso anno la leva ha interessato 4.700 soldati e di questi il 25% erano donne. Si prevede che nel 2024 invece il numero salga a 5mila. Ma nel mirino del governo c'è anche l'aumento della spesa militare che andrà su di almeno 6 miliardi nei prossimi 5 anni per raggiungere l'obiettivo del 2% del Pil fissato dalla Nato già anni fa. La Danimarca conta in questo momento di una forza armata composta da circa 20.000 unità. Di queste, 9mila sono truppe professionali.

Potenziamento difensivo nell'Est Europa

Solo una parola può descrivere il contesto nel quale avviene tutto ciò, complessità. I movimenti in atto nei Paesi europei del Nord e dell'Est ne danno la misura. Le attività di potenziamento difensivo danno corpo ai timori che veramente la Russia - possibilità peraltro sempre smentita dall'interessata - possa allargare il conflitto oltre i confini dell'Ucraina. E' stato Vladimir Putin, solo due giorni fa a dirsi determinato a schierare truppe alla frontiera con la Finlandia, rimpolpando la convinzione che il timore possa trasformarsi in drammatica realtà.

Ed è così che la Danimarca potenzia le sue disponibilità belliche, mentre la Finlandia e l'Estonia studiano una cooperazione nel campo delle tecnologie militari. Anche la Polonia teme il potente nemico e propone al presidente statunitense, Joe Biden, di far salire gli stanziamenti per la Difesa dei Paesi Nato dal 2 al 3%. Ma è in atto a Varsavia un processo graduale di riavvicinamento all'Europa, avviato dal nuovo presidente Tusk. Che pensa a un "sistema di controllo perimetrale. Proporremo anche un sistema di telecamere a rotazione per monitorare i movimenti dei migranti - ha spiegato Andrzej Szejna, viceministro degli Esteri polacco -. E naturalmente raccoglieremo, e abbiamo già raccolto, le esperienze delle guardie di frontiera e di altri servizi negli ultimi due anni. Ovviamente collaboreremo con i Paesi alleati", ha assicurato. Per quella frontiera passano centinaia di migliaia di migranti provenienti dalla Bielorussia, che già sono stati motivo di tensioni tra i due Paesi e, secondo molti analisti, potrebbero essere usati per portare uteriore agitazione e scompiglio. 

Lettonia e Repubblica Ceca, con lo stesso scopo, stanno studiando anch'esse un piano per rinforzare i confini, investendo 303 milioni di euro per la realizzazione di trincee anticarrofortificazionidepositi di munizioni e esplosivi. E il presidente lituano, Gitanas Nauseda, incontrando Emmanuel Macron ha detto all'omologo francese che "dobbiamo considerare seriamente l'idea di inviare truppe in Ucraina". Su questo tema, a Parigi, ha trovato certamente terreno fertile.

Notizia tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
15/03/2024 17:32:31


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