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Una pianta del Giappone blocca i lavori sul torrente Faella in Valdarno

Verrà estirpata al momento opportuno. Ad ottobre via a un piano di tagli straordinario sull'Arno

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Uomini e macchine al lavoro in tutto il Valdarno. Nessuno stop nel mese delle ferie per gli interventi di manutenzione ordinaria sul reticolo di gestione, avviati dal Consorzio 2 Alto, appena cessato l’annuale divieto di taglio, in vigore dal mese di marzo fino all’inizio di luglio, per proteggere la fauna che nidifica lungo i corsi d’acqua.

Nell’arco di poco più di un mese, sono tanti i lavori realizzati e avviati dall’ente, tenendo conto del Piano delle attività di Bonifica, lo strumento operativo approvato dalla Regione Toscana in data 11 febbraio con cui si dà ogni anno il via alle attività consortile.

Oltre 1.200.000 gli euro che saranno complessivamente investiti in territorio valdarnese, che consentiranno di sottoporre a manutenzione oltre 150 km di corsi d’acqua, su cui i lavori sono stati organizzati in una decina di lotti differenti. Tre di questi lotti, per un totale di oltre 400.000 euro, sono affidati all’Unione dei Comuni del Pratomagno, con cui il Consorzio ha siglato apposita convenzione ai sensi della LR 79/2012.

Ed ecco la mappa degli interventi che interessano tutto il comprensorio a cavallo tra le province di Arezzo e Firenze.

Nel versante fiorentino sono già interessati dai lavori i comuni di Figline Incisa Valdarno e Reggello. Nei prossimi giorni i cantieri decolleranno anche nel Comune di Rignano sull’Arno e successivamente nel   Comune di Pelago.

Nel versante aretino le squadre di operai sono in campo per interventi meccanizzati e manuali nel territorio di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Cavriglia e Castelfranco Piandiscò.

Nelle prossime settimane altri cantieri si apriranno in Val d’Ambra e nei territori di Loro Ciuffenna, Terranuova Bracciolini e Laterina Pergine Valdarno. In contemporanea, andranno ad intensificarsi gli interventi previsti sul fiume Arno.

Facendo un rapido bilancio dell’attività svolta, ad oggi, oltre il 30% degli interventi programmati sono stati realizzati. Il Consorzio si impegna a completare il rimanente 70 per cento prima dell’inizio della stagione più piovosa.

Il via è stato dato partendo dalle aree più densamente urbanizzate. La priorità infatti è andata al Torrente Cesto, al Borro di Ponterosso e al Borro di Fracassi a Figline Incisa Valdarno; al Borro della Madonna, al Borro delle Ville ed al Borro dei Frati a San Giovanni Valdarno; al Borro del Giglio, al Borro Spedaluzzo ed al Torrente Dogana a Montevarchi; al Borro della Cervia a Cavriglia.

Grande attenzione poi è stata riservata alle aree collinari dove la manutenzione è fondamentale per mitigare il rischio idraulico ed assicurare il buon regime delle acque nelle zone vallive.

“Tutti gli interventi sono stati individuati a suo tempo dal Consorzio di concerto con i Comuni e con la Regione Toscana, enti con i quali vi è una collaborazione stretta durante tutto l’anno”, spiega la Presidente dell’Alto Valdarno Serena Stefani. “La concertazione è indispensabile per far fronte alle varie necessità segnalate sia dai cittadini che dagli amministratori, i nostri principali partner nella difesa attiva del territorio dal rischio idrogeologico. Questa raccolta di indicazioni non si interrompe mai: anche in questi mesi ne abbiamo ricevute e valutate tante. Molte di queste saranno proposte per l’inserimento nel Piano delle Attività del prossimo anno. Tra gli interventi più richiesti quelli di riprofilatura e di eliminazione dei sedimenti accumulatisi in alveo, indispensabili per restituire piena efficienza alle sezioni idrauliche dei corsi d’acqua”, aggiunge la Presidente che, subito dopo la sua elezione, ha incontrato personalmente tutti i primi cittadini del comprensorio per fare il punto su bisogni e urgenze.

 “Gli interventi in corso consistono nella manutenzione ordinaria, finalizzata al mantenimento delle opere idrauliche e del reticolo di gestione, nonché alla prevenzione del loro degrado con l’obiettivo primario di minimizzare eventuali situazioni di pericolo. La cura dei fiumi indirettamente produce un miglioramento del decoro urbano, particolarmente apprezzato dai cittadini, che, anche in seguito all’azione svolta dal Consorzio, si riappropriano degli spazi fluviali per attività ludiche, sportive e ricreative. Un risvolto importantissimo anche per noi, ma non l’unico: il nostro principale compito infatti è operare per ridurre il rischio idraulico!”, dichiara Stefani spiegando la reale mission dell’ente.

“La nostra attività deve essere portata avanti  nel rispetto dell’ambiente fluviale, dei processi di dinamica dei sedimenti, dello sviluppo controllato della vegetazione e della funzione di corridoio ecologico del corso d’acqua: per questo ogni intervento deve essere programmato accuratamente, per eliminare con il taglio solo quella parte di vegetazione, presente sulle sponde ed in alveo, che si ritiene possa costituire un  ostacolo al deflusso e che non vada ad interferire con la stabilità delle sponde e delle opere idrauliche”, precisa Stefani, concludendo l’illustrazione dell’operazione “fiumi puliti” in corso in Valdarno.

Il cronoprogramma dei lavori ha subito una sola variazione: lo stop dell’intervento sul torrente Faella, decisione obbligata dalla presenza invasiva di una pianta aliena. “Si tratta del Poligono del Giappone, pianta di origine orientale che si è insediata in Valdarno ormai da 10 anni. Al momento della sua comparsa occupava le aste fluviali per non più di un km, ora la sua presenza si è moltiplicata fino ad interessare 10-12 km e ha raggiunto concentrazioni straordinarie soprattutto nei comuni di Terranuova Bracciolini e Castelfranco Piandiscò. E’ una specie vegetale che, da noi, non ha competitor, si riproduce con estrema facilità e quindi si propaga in modo esponenziale. La sua presenza distrugge la biodiversità e, a causa di un apparato radicale pervasivo, crea molte complicazioni agli argini. Conoscerla è fondamentale per poter studiare modalità adeguate per il suo difficile contenimento. Nel tempo abbiamo scoperto che l’unico modo per rallentarne la diffusione è di spostarla quando è in riposo vegetativo. Ecco perché l’intervento sul Faella non sarà realizzato ora, ma nei mesi di ottobre-novembre”, spiega il dottor Simone Frosini dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, impegnato da tempo, insieme al Consorzio di Bonifica, nella lotta contro l’avanzata del Poligono del Giappone che conclude: “E’ un escamotage per tamponare l’emergenza. Questa criticità dovrà comunque essere affrontata in modo radicale, anche interessando la Regione e il Ministero e andando ad intercettare risorse nazionali e comunitarie per poterla risolvere”.

Fin qui la manutenzione ordinaria. Ma non l’impegno dell’Alto Valdarno non si ferma qui.

Nel 2019 il Consorzio  è chiamato a realizzare un intervento straordinario di taglio della vegetazione sull’Arno. L’operazione interesserà alcuni tratti del fiume nei comuni di Rignano sull’Arno, Reggello, Figline Incisa Valdarno, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Montevarchi e Laterina Pergine Valdarno. “E’ un lavoro importante sul piano della sicurezza idraulica, che prenderà il via nel corso del mese di ottobre. Voluto dalla Regione Toscana e in gran parte da essa finanziato, sarà impegnativo sul piano tecnico e, proprio per questo, avrà tempi di realizzazione più dilatati”, annuncia la Presidente che aggiunge: “Sempre sull’Arno è previsto un altro intervento, realizzato con fondi regionali, a Rosano nel Comune di Rignano sull’Arno e poco più a valle nel territorio del Comune di Bagno a Ripoli”.

Redazione
© Riproduzione riservata
23/08/2019 18:07:39


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