E45: lunedì pomeriggio i sindaci dal procuratore di Arezzo, Roberto Rossi
Sono Cornioli, Marcelli, Fratini, Bacchetta e Baccini, che chiedono lumi sulla situazione
Cinque sindaci pronti a “interrogare” il dottor Roberto Rossi (nella foto), procuratore della Repubblica di Arezzo, sulla perdurante tragica situazione lungo la E45. La vicenda riguardante la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Puleto è tutt’altro che sopita. Anzi! E’ fissato per le 15 di domani, nella sede della Procura aretina, l’incontro fra il dottor Rossi e i primi cittadini Mauro Cornioli di Sansepolcro e Claudio Marcelli di Pieve Santo Stefano per la parte toscana, Paolo Fratini di San Giustino e Luciano Bacchetta di Città di Castello per il versante altotiberino umbro e Marco Baccini di Bagno di Romagna. Il tempo di chiudere la parentesi delle elezioni e dell’insediamento dei nuovi consigli (si è votato a Pieve, Bagno e San Giustino) e la delicata questione è stata ripresa subito in mano, anche se Cornioli ha continuato nel frattempo a tenerla viva a livello di contatti. Al procuratore, i sindaci formuleranno diverse domande per cercare di capire quanto ancora durerà l’attesa per il ripristino della normalità e quali saranno i percorsi da seguire. La chiave di volta sta soprattutto nel lavoro del perito, il professor Claudio Modena, che – nonostante i rinvii per il maltempo – in aprile era pur sempre riuscito a visionare il ponte e che a fine maggio ha chiesto un ulteriore mese di proroga, suscitando la composta ma decisa reazione delle amministrazioni locali e degli operatori per i quali la E45 svolge una funzione fondamentale, che si sono visti così allungare ulteriormente l’agonia economica. Nemmeno a farlo apposta, con oggi sono trascorsi cinque mesi esatti, pari a 151 giorni, da quell’indimenticabile 16 gennaio e quattro dal 15 febbraio, il venerdì nel quale il ministro Danilo Toninelli era venuto in visita al cantiere per dire che entro aprile la superstrada sarebbe stata riaperta al passaggio anche di autotreni e autobus. Che comunque in qualche caso aggirano segnaletica e divieti, passando sopra il Puleto e beccandosi la multa. Le promesse non mantenute di Toninelli e i tempi lenti del perito hanno alimentato la decisa reazione anche dei sindaci; il romagnolo Baccini non è stato tenero: “Con tutto il rispetto per la Magistratura, che sta aspettando i risultati, credo che tre mesi per una perizia del genere siano una cosa inaccettabile e inspiegabile. Ritengo allora che, se emergenza è, deve esserlo anche per la Magistratura. Quando si affidano incarichi in situazioni particolari, occorre dare tempi strettissimi e se il perito non è in grado di rispettarli, deve rinunciare: se ne troverà un altro. Qui ci dobbiamo rendere conto che c’è un territorio che ogni giorno è danneggiato sempre di più e che non si può permettere di aspettare le burocrazie italiane anche della Magistratura oltre che della politica. È il momento di finirla!”.
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