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Cirio conquista le province e strappa ai 5S le periferie: “Ora la Torino-Lione si fa”

L’eurodeputato di Forza Italia è il nuovo governatore del Piemonte, 49% dei voti. Chiamparino lascia

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La Regione Piemonte entra nell’era Cirio con un successo importante (49,9%) che segna una svolta, isola le posizioni politiche di Torino e mette fine (per ora) alla carriera politica di Sergio Chiamparino, per due mandati il sindaco più amato dai torinesi e per una stagione presidente della Regione in una congiuntura difficile, tra crisi di conti e crisi di lavoro. Alberto Cirio, assessore della giunta regionale leghista guidata da Cota, poi europarlamentare di Forza Italia con una passione smodata per il suo territorio, ha vinto nel cuore del Piemonte con percentuali bulgare in tutte le provincie, oscillando tra il 57 e il 6o per cento. Ha combattuto a Torino senza patemi, senza la smania di conquistare quel villaggio di Asterix governato dai Cinquestelle, che era stato freddo anche nei confronti di Salvini e che sarebbe stata la roccaforte di Chiamparino. Il neo presidente della Regione ha vinto, anzi ha maramaldeggiato in tutto il resto del Piemonte, affidando alla Lega il compito di prendersi le periferie di Torino, quelle che avevano trainato il successo della sindaca Appendino, oggi diventate terreno di caccia di Salvini. I numeri sono chiari. Nel capoluogo del Piemonte, Chiamparino supera di poco il 50% e Cirio insegue con il 35, ma se si scorporano i dati, ci si accorge che nelle circoscrizioni più calde, quelle che comprendono quartieri difficili come Barriera di Milano, Falchera o Vallette i numeri si ribaltano e il centrodestra (anzi la Lega che qui è al 35%) sale al 45% e il centrosinistra insegue. Un segno che il rapporto tra il Pd e le periferie è ancora quello che portò alla clamorosa sconfitta di Fassino con Appendino e che le zone più complesse della metropoli hanno voltato le spalle ai Cinquestelle, cercando risposte o nuove promesse non nel centrodestra (Forza Italia in Piemonte è quasi sparita), ma nella Lega capace di presidiare quei territori come nessun altro. Cirio e Salvini o Salvini e Cirio hanno vinto con la presenza capillare nel Piemonte profondo e nelle periferie più difficili. Chiamparino si è difeso con la notorietà e l’affidabilità, ma dietro non aveva un partito forte e non ce l’ha fatta. Il sindaco delle Olimpiadi lascia il posto in Consiglio regionale e a parole sceglie la pensione a 70 anni con la tristezza di «aver scambiato per voti le moltissime mani strette in campagna elettorale» e con un messaggio al Pd chiaro e forte: «Il risultato del Pd alle europee è incoraggiante, ma non sufficiente quindi bisognerà da lì andare avanti e aggregare altre forze. Coi 5 stelle credo al momento sia impensabile qualsiasi accordo, ma è necessario aggregare uno schieramento se si dovesse andare al voto anticipato, per contrastare quello del centrodestra al momento molto forte».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
28/05/2019 08:27:14


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