Elezioni, l’Italia al voto con il cane, sì e no: non ci sono divieti
La decisione spetta al presidente di seggio
Al seggio a quattro zampe, si o no? È possibile andare a votare insieme al proprio cane? Sono domande che si ripresentano ad ogni tornata elettorale e ogni volta scatenano mille dubbi. A riguardo, infatti, non esistono leggi che regolano l’accesso degli animali ai luoghi che ospitano cabine e schede di voto. E così a poche ore dalle Europee 2019 e durante lo svolgimento delle operazioni in tutta Italia, confusione aumenta. Chi vuole condividere la sua preferenza per la nuova Europa senza separarsi dall’amico fidato per le ragioni più disparate, perché non può o non vuole lasciarlo a casa, non sa se troverà l’ingresso precluso. E dovrà solo sperare che nel posto in cui si recherà per assolvere al suo dovere-diritto di elettore ci sia qualcuno che ami gli animali e li voglia accogliere senza difficoltà. Questo qualcuno, nel caso specifico, è il presidente di seggio che ha la facoltà di decidere, a sua discrezione, se aprire o meno le porte ai quattro zampe. Perché in assenza di regolamenti è lui a diventare legge, ovvero vale la sua interpretazione, secondo il ministero della Giustizia (i presidenti di seggio sono nominati dalla corte d’Appello).
Il Viminale: “Non esistono norme”
Per cercare di sciogliere i dubbi La Zampa, a poche ore dal voto del 26 maggio, ha chiesto al ministero dell’Interno di fare maggiore chiarezza. «Non sussistono norme elettorali in merito all’accesso di animali ai seggi- fanno sapere dal Viminale-. La disciplina applicabile è quella generale che regola l’accesso degli animali agli Uffici pubblici, tenendo conto della natura dei siti che ospitano gli stessi seggi (eventuali scuole, ospedali).
Sul punto i presidenti di seggio non hanno alcuna competenza specifica espressa, ma, in quanto responsabili delle modalità di accesso, possono decidere nel rispetto ovviamente delle norme generali igienico sanitarie previste per l’ingresso negli uffici pubblici». È dunque confermata la discrezionalità. Non ci sono divieti ma neanche diritti conclamati e si può unicamente confidare nel buon senso di chi decide e valuta la possibilità di ammettere o meno il cane-elettore alle urne.
L’Enpa: “Ancora troppi ostacoli, facciamo appello a buon senso e ragionevolezza”
«Ci sono ancora molti ostacoli e disparità in merito - spiega Carla Rocchi, presidente dell’Ente Nazionale per la Protezioni Animali-. Per questo, in mancanza di una normativa chiara ed esplicita che regoli l’accesso dei cani alle cabine elettorali, facciamo appello alla ragionevolezza e chiediamo a tutti, ai presidenti di seggio e alle forze di polizia che presidiano le urne, di usare il buonsenso. Cioè di non rispedire a casa gli elettori che si sono recati a votare insieme con i loro animali. È una questione molto sentita perché già nel 2018 abbiamo ricevuto segnalazioni circa gravi disparità di trattamento in tutto il Paese. Con alcuni seggi “animal friendly” ed altri, assolutamente e immotivatamente, preclusi ai pet».
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