Economia L'Esperto

Istat: a marzo il tasso di occupazione sale al 58,9%

Il Pil torna positivo (+0,2%): fuori dalla recessione

Print Friendly and PDF

I numeri dell’Istat sul lavoro a marzo 2019 sembrano portare una schiarita. Il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,4 punti rispetto a febbraio arrivando al 10,2%: è il dato più basso da agosto 2018 (quando era al 10,1%). L’istituto di statistica spiega che rispetto a marzo 2018 il calo vale 0,8 punti percentuali. Le persone in cerca di occupazione sono 2.641.000 96 mila in meno rispetto a febbraio e 208 mila in meno rispetto a marzo 2018.

Sempre a marzo 2019, gli occupati sono aumentati di 60 mila unità rispetto a febbraio (+0,3%) e sono cresciuti di 114 mila unità rispetto al marzo 2018 (+0,5%). Nel corso di marzo 2019 risultavano occupate 23.291.000 persone: il tasso di occupazione sale dunque di 0,2 punti rispetto a febbraio al 58,9%. L’aumento si concentra tra i minori di 34 anni (+69 mila unità) mentre sono stabili i 35-49enni e calano gli occupati over 50. Crescono, rispetto a febbraio, soprattutto gli occupati dipendenti «permanenti» ovvero con un lavoro stabile. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 58,9%, ai massimi da aprile 2008.

La disoccupazione giovanile - la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni - è scesa infine al 30,2%, il dato minimo da ottobre 2011. Nel mese si è registrata una riduzione di 1,6 punti rispetto a febbraio e di 2,5 punti su marzo 2018. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è del 18,6% con una crescita di 0,9 punti su febbraio e di 1,1 punti su marzo 2018.

La schiarita si registra anche sul fronte della crescita: dopo due trimestri di segno meno, il Pil italiano ha fatto registrare nei primi tre mesi del 2019 un rialzo congiunturale dello 0,2%. Il dato - anche questo fornito da Istat - va oltre le attese degli analisti. Rispetto a un anno fa, nel primo trimestre, il Pil è salito dello 0,1%. Le stime preliminari dell’istituto di statistica, insomma, certificano che l’Italia non è in recessione. La variazione, spiega Istat, si deve a incrementi del valore aggiunto nel comparto agricoltura, silvicoltura e pesca, in quello dell’industria e in quello dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2019 è pari a +0,1%.

Notizia e Foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
30/04/2019 17:18:18


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio L'Esperto

Co.Mark, Toscana: moda e farmaceutica trainano le esportazioni >>>

Occhio alla "truffa del sì" sulle bollette: come funziona >>>

Il nuovo 730 è sempre più semplice: ecco cosa cambia e perché va incontro ai cittadini >>>

Rc Auto, prezzi in calo: perché oggi l'assicurazione costa meno >>>

Risparmio, raddoppiati Bot e Btp in mano alle famiglie italiane >>>

Locazioni brevi, come cambia la cedolare secca >>>

Bonus luce e gas 2024: le novità e i requisiti per ottenerlo >>>

Pensionati, niente Portogallo? Ecco tutte le mete alternative >>>

Ecco chi andrà in pensione con le nuove misure >>>

Riforma Irpef, si passa da quattro a tre aliquote: risparmi fino a 260 euro >>>