Bracconieri calano le reti su Montedoglio, ma i carabinieri forestali arrivano prima
Oltre un chilometro di rete sotto sequestro e liberati, tutti vivi, quintali di pesci
Sventato un nuovo episodio di bracconaggio sull’invaso di Montedoglio. Erano state calate oltre un chilometro di reti nella zona di Sigliano, ovvero nell’area in cui il Tevere si immette nel lago: grazie al tempestivo intervento dei carabinieri forestali della stazione di Pieve Santo Stefano il pesce è stato liberato. La segnalazione era arrivata lunedì sera direttamente alla stazione forestale di Pieve che, la notte scorsa (quella a cavallo tra martedì e ieri) ha effettuato degli appostamenti per vedere se qualcuno giungeva per il recupero; non avendo visto movimenti, ieri mattina hanno provveduto a tirare fuori le reti che formavano una sorta di barriera in acqua e liberare il pesce rimasto intrappolato. Si tratta di carpe, lucci anche di diversi chilogrammi di peso e lunghezza oltre ad altre specie di lago: l’aspetto positivo è che sono stati rimessi in libertà vivi; il tutto per diversi quintali di pesce che avrebbe fruttato nelle tasche dei bracconieri diverse migliaia di euro. La rete è stata immediatamente posta sotto sequestro da parte dei carabinieri forestali della stazione di Pieve Santo Stefano insieme ad altro materiale trovato in loco, ma allo stesso tempo hanno dato il via a un’attività d’indagine per cercare di risalire ai responsabili di questo atto. Quando sono state gettate? Questo è la prima incognita da risolvere. Un caso, purtroppo, che si ripete a distanza di neppure due anni da quanto accaduto nel luglio del 2017. In quel frangente vennero sorpresi e arrestati un gruppo di rumeni che, con tanto di furgone frigo e gommone a motore (tra l’altro vietato l’impiego sullo specchio di Montedoglio), avevano messo in atto una vera e propria organizzazione che portava il pesce fresco prelevato in Valtiberina nel mercato del delta del Po’. L’invaso artificiale più grande della Toscana, infatti, è meta ambita per i pescatori sportivi che esercitano questa disciplina rispettando in pieno tutte le regole. Purtroppo, però, vista anche l’enorme quantità di pesce presente all’interno del lago è “piatto ghiotto” pure per i bracconieri. Calare le reti, come successo alcuni giorni fa, è assolutamente vietato. I carabinieri forestali della stazione di Pieve Santo Stefano stanno cercando di mettere insieme tutti i tasselli di questo puzzle che si è venuto a creare. Durante l’attività d’indagine verranno ascoltati anche alcuni pescatori oltre ai residenti in zona per capire se, in particolare durante le ore notturne, hanno visto movimenti anomali. Ore e ore di lavoro per recuperare la rete gettata in acqua e liberare tutto il pesce rimasto incastrato nella trappola dei bracconieri: è stata utilizzata anche una piccola imbarcazione per raggiungere il punto esatto in cui erano state calate.
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