Opinionisti Leonardo Magnani

Difesa e propaganda

Stiamo vivendo una profonda crisi politica

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E’ stata riformata la legge sulla cosiddetta legittima difesa che già modificava il Codice Rocco sul tema. E’ bene ricordare che la prima riforma era stata fatta nel 2006 dalla medesima forza politica che oggi sostiene che quella legge non ha funzionato e che quindi, era opportuno cambiare. E’ al quanto curioso vedere una forza politica portare avanti l’idea che la norma giuridica da essa stessa varata non abbia avuto effetti positivi. Ogni volta che un partito va al governo, in mancanza di nuovi cavalli di battaglia, propone quelli già usati andando contro le stesse leggi varate da governi di cui faceva parte. E’ un’evidente conseguenza della crisi politica che stiamo vivendo, con il conseguente e silenzioso, supino atteggiamento del mondo della stampa. Vediamo i dati: nonostante tutte le statistiche dimostrino la diminuzione di furti e di omicidi si è deciso di raccontare al Paese la presenza di una nuova emergenza, quella della mancanza di sicurezza. Intrusioni in casa, uffici e posti di lavoro attraverso un’elaborata agenda setting, diventano presenza costante nei talk show, quotidiani e telegiornali, facendo credere che stiamo davanti ad un’ondata di furti e di violenza incessanti.  Su questa percezione costruiamo leggi che, di fatto, andranno ad aumentare i rischi per i singoli cittadini. Vediamo il perché: dal 2013 al 2016 di processi per “legittima difesa” ce ne sono stati 10 e per “eccesso colposo”, 5. Tutte le altre casistiche sono state archiviate dai giudici quando si sono trovati davanti a reazioni, anche violente, dei proprietari di case davanti ad intrusioni. Bene ha fatto il legislatore a togliere gli oneri processuali a quanti si sono trovati, “giustamente” nella condizione di esercitare la propria difesa. Ma per tutto il resto, la legge è inutile e dannosa.

Inutile perché non fa altro che equiparare il bene patrimoniale alla vita di una persona, e su questo è molto probabile un intervento della Corte Costituzionale che casserà la legge con la conseguenza di una perdita di tempo da parte del Parlamento e con evitabili costi per il cittadino italiano. Le modifiche che introduce sembrano inefficaci per molti esperti. La riforma introduce tre cambiamenti: due al testo dell’articolo 52 del codice penale, in cui si specifica che la proporzionalità tra offesa e difesa “sussiste sempre” se l’aggressione avviene in casa o sul luogo di lavoro; l’altra è l’aggiunta di un quarto comma che stabilisce che la difesa “è sempre legittima” nel caso qualcuno stia respingendo un’intrusione “con violenza o minaccia”. La terza modifica riguarda invece l’articolo 55, in cui si parla del reato di eccesso colposo di legittima difesa. Esperti, magistrati e avvocati sono quasi tutti concordi nel dire che queste tre modifiche non cambieranno nulla o quasi. Per il presidente dell’ANM, Francesco Minisci, la riforma “lancia il messaggio sbagliato”, ossia che si siano ampliati enormemente i margini della legittima difesa e che quindi i magistrati non faranno più indagini o processi, un’affermazione non vera e che rischia di mettere nei guai quei cittadini che dovessero pensare di avere molto più libertà con l’approvazione della legge. La riforma non cambia invece il punto centrale del concetto di legittima difesa: ossia che per esserci “difesa” deve essere in corso un’aggressione. Sparare e uccidere un ladro che sta scappando o che è immobilizzato e incapace di fare del male non è considerato né legittima difesa né eccesso colposo di legittima difesa, ma omicidio volontario.

Dannosa perché deresponsabilizza lo Stato e le forze dell’Ordine dal loro compito precipuo che è e rimane la difesa del cittadino che non può essere, in uno Stato Democratico, un self service da far west. La rivista Diritto Penale Contemporaneo evidenzia che gli obiettivi che si pone la riforma sono già tutti presenti nell’attuale codice penale e che non c’era bisogno di “ricorrere a modifiche che, per molti versi, pongono e porranno problemi di legittimità costituzionale”. Siamo alla mancanza di conoscenza dei basilari elementi di uno Stato di Diritto che invece di preoccuparsi di mettere forze dell’Ordine sul campo, assumere più militari e presidiare il territorio in modo più congruo, si limita a dire ai cittadini “non ce la facciamo, fate voi”… Non solo, le forze governative che sono state per vari anni al governo nei periodi passati, si sentono in dovere di delegare il cittadino a fare cose che non competono al singolo, ma alle autorità costituite. Perché non andare a contrastare la criminalità organizzata e a presidiare interi territori per evitare che sacche di illegalità si riversino contro i cittadini? Perché buttare la spugna e dare seguito a impulsi tra i più retrivi della popolazione? Perché far credere che avere un’arma in casa possa creare sicurezza quando tutte le statistiche evidenziano che la presenza di armi aumenta il rischio e il numero di omicidi? Questo modo di governare non è sbagliato, è dannoso. Lo sbaglio si corregge, i danni, questi danni, non sono rimediabili perché creano una visione giuridica che contrasta la modalità del convivere che è stata acquisita dalla popolazione italiana ed europea e che vede diminuire la considerazione della presenza dello Stato che ci rende comunità e la sua competenza nell’esistenza quotidiana. Propaganda pura dalla quale è legittimo difendersi e dubitare.

Leonardo Magnani
© Riproduzione riservata
13/04/2019 07:32:01

Leonardo Magnani

Leonardo Magnani è nato e vive a Sansepolcro. E’ laureato in filosofia e in scienze religiose. Insegnante di professione, da anni collabora con l’Associazione Cultura della Pace e si interessa di mediazione dei conflitti e di nonviolenza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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