Mattarella tace sul Def, ma al Colle resta la preoccupazione per una manovra “vuota”
Il rischio è che alcune misure si risolvano in una partita di giro tra fondi esigui e tagli
Sergio Mattarella rientra dalla visita ufficiale in Giordania e da domani si ritrova sulla scrivania il Def varato dal governo nei giorni scorsi. Nessun commento ovviamente da parte del capo dello Stato su un provvedimento che è in capo all'esecutivo. Ma al Colle chi lo ha letto apprezza lo sforzo di realismo di cui il documento è permeato e si ritiene anche che l'aver indicato nello 0,2% l'aumento del Pil per il 2019 possa garantire che Bruxelles non avrà da ridire sui conti pubblici italiani. Questo, insieme alla presenza confermata di Giovanni Tria al ministero dell'Economia, nonostante gli attacchi dei giorni scorsi da parte dei partiti di maggioranza, farebbe superare i prossimi mesi all'Italia senza eccessivi scossoni sul piano della credibilità internazionale. Resta però immutata la preoccupazione per la tenuta dei conti pubblici sul lungo periodo: la manovra d'autunno si annuncia dura e complicata in mancanza di una crescita robusta e il rischio è che alcune misure annunciate si risolvano in una partita di giro tra fondi esigui e tagli. Nel frattempo le continue fibrillazioni all'interno della maggioranza vengono osservate dal Quirinale dove però la memoria lunga dell'istituzione non dimentica che fisiologicamente durante una campagna elettorale dura come sarà quella per le elezioni europee del 26 maggio i partiti mostrano il volto più feroce salvo poi tornare a più miti consigli quando le urne sono chiuse.
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