Codice rosso, sì della Camera al testo. Governo diviso sulla castrazione chimica
C’è il revenge porn. Astenuti Pd e Leu
Via libera dell’Aula della Camera al disegno di legge sul “codice rosso” contro la violenza sulle donne che, contiene anche le norme sul revenge porn. I voti a favore sono stati 380, nessun contrario; gli astenuti sono stati 92 (Pd e Leu). Il testo passa al Senato. Dopo il voto tutta la maggioranza ed il governo, con i ministri Bongiorno e Bonafede, si sono levati in piedi ad applaudire. Tutti i deputati M5S hanno messo dei fiori rossi nei calamai dei loro scranni; quelli della Lega indossavano un nastrino rosso. Ma la maggioranza di governo si spacca sulla castrazione chimica, su cui la Lega aveva fatto un passo indietro, ritirando un emendamento al ’Codice rosso’ che avrebbe introdotto il trattamento farmacologico per gli stupratori. Anche dopo l’emendamento, però, l’argomento è tornato nell’Aula di Montecitorio, attraverso un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia. Per non inasprire il dibattito, il Governo, rappresentato dal sottosegretario Vittorio Ferraresi, si è rimesso al voto dell’Aula, che ha bocciato il testo grazie ai voti di M5S, Pd, LeU e Forza Italia. Il testo ha ricevuto 383 no, mentre hanno votato a favore 126 deputati di FdI e Lega (tranne un esponente del Carroccio, Giuseppe Basini). Si è avuta, brevemente, una saldatura delle forze “sovraniste”, poste alla destra più estrema dell’emiciclo di Montecitorio. Ma la nuova geometria parlamentare, chiaramente, non ha i numeri di maggioranza. Sul “convoglio sovranista, deragliato già in partenza” ha ironizzato Mariastella Gelmini di Forza Italia. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI, ha replicato a muso duro, ricordando che gli azzurri hanno votato assieme ai dem e alla sinistra di LeU. Insomma, il treno FdI-Lega è andato fuori dai binari “perché il patto del Nazareno ha votato contro”.
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