Congresso delle famiglie a Verona, Salvini: “La legge sull’aborto non è in discussione”
“Lavorerò per rendere più veloci e meno costose le adozioni”
“Ritenetemi al vostro fianco”. Congedandosi dal palco del congresso mondiale della famiglia di Verona, Matteo Salvini, dopo circa 30 minuti di discorso, stavolta scritto, come capita di rado, ma già successo a Palazzo Madama, quando è stato assolto dai senatori per il caso Diciotti, mantiene la barra dritta. Riuscendo a strizzare l’occhio agli ultra della famiglia tradizionale, mantenendo però un profilo morbido sul terreno scivoloso dei diritti acquisiti: perché avverte, sia la 194 che regola l’interruzione di gravidanza, sia il divorzio non si toccano. “Siamo qua non per togliere i diritti, non si tocca niente a nessuno, non sono in discussione l’aborto, il divorzio”. Certo al popolo del family day, ai Gandolfini, agli organizzatori dell’evento dell’Iof, agli ospiti stranieri di assist ne offre tanti. “Lavorerò per rendere più veloci e meno costose le adozioni per le coppie che stanno aspettando, per le mamme e i papà”, dice sul tema dei bambini da adottare, non risparmiando una critica a Spadafora e allo stesso premier Conte “da cui su questo tema mi aspetto qualcosa di più”. No anche “alla pratica barbara e disumana dell’utero in affitto che mi fa schifo solo a pensarla, un’aberrazione umana e sociale”. No alla teoria gender: “Io - spiega - ho terrore di pensiero unico perché per me bimbo è bimbo e bimba è bimba. Qualche pseudo educatore ha sbagliato mestiere e dice che i bambini decideranno da grandi quello che sono” ma, promette ancora “io la teoria gender la combatterò sempre, perché buon Dio ci ha fatti diversi, non migliori o peggiori”. Niente invece che possa indurre ad accusarlo di omofobia: “Ognuno nella sua camera da letto fa l’amore con chi vuole, va a cena con chi vuole”, dice in quello che risulterà uno dei passaggi meno applauditi del suo intervento. Certo, più volte le critiche e i dubbi sono rivolti ai Cinque Stelle.
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