Cittadinanza a Rami, Salvini dice sì: “E’ come se fosse mio figlio”
Di Maio: “Felice di averlo convinto”
Ramy Shehata diventerà cittadino italiano per meriti speciali, ben prima del compimento del suo diciottesimo compleanno. «Il giorno più bello della mia vita», ha detto il ragazzino-eroe a Parma, allo stadio Tardini, dando il `cinque´ a tutti gli `azzurri´ prima della sfida con il Liechtenstein. Ad una settimana dal fallito attacco al bus a San Donato Milanese, il tredicenne figlio di genitori egiziani che ha dato l’allarme ai carabinieri ottiene quello che ha chiesto e ripetuto a tutti fin dall’inizio di questa storia. Ed ora può finalmente essere felice. «Sono contentissimo, ringrazio Salvini e Di Maio». Poco importa dunque se l’atto formalmente ancora non c’è: Matteo Salvini ha dato il via libera - «è come mio figlio, avrà la cittadinanza» - e proprio in occasione dell’incontro al Viminale con i carabinieri e alcuni ragazzi che erano su quell’autobus, avvierà formalmente l’iter che prevede che la cittadinanza sia concessa con «decreto del presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro degli Affari esteri». Ma non solo: la procedura riguarderà anche Adam El Hamami, l’altro ragazzino figlio di immigrati marocchini che ha dato l’allarme sul bus, e che con Ramy ha salutato tutti i giocatori della nazionale. Un lieto fine di cui i Cinquestelle, con Di Maio in testa, si intestano il successo: «siamo felici di aver convinto Salvini».
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