Cina-Italia, firmati gli accordi commerciali. Botta e risposta tra Di Maio e Salvini
Il ministro dell’Interno: «Non mi dicano che da loro c’è un libero mercato»
Il Memorandum of Understanding sottoscritto in queste ore a Villa Madama dal premier italiano Conte e dal presidente cinese Xi Jinping è Storia, quella, non priva di polemiche, del primo tra i Paesi del G7 ad aderire ufficialmente alla Belt and Road Initiative, la cosiddetta Via della Seta. All’indomani del fastoso arrivo di Xi Jinping a Roma, Italia e Cina, “due civiltà millenarie” come ripetono i protagonisti, si stringono la mano di fronte a decine di telecamere e al picchetto d’onore con ricca fanfara. La procedura è tanto asciutta quanto curata è l’accoglienza, tra lunghissimi tappeti rossi, solenni silenzi e carabinieri in pompa magna. Alle 11,58, dopo una serie di veloci colloqui a porte chiuse, inizia la cerimonia delle firme. Il primo a impugnare la penna e sedersi al tavolo sistemato tra Conte e il presidente cinese è il ministro del lavoro Luigi di Maio che, di concerto con il ministro degli esteri cinese e con quello del commercio, appone tre volte il suo nome sotto altrettanti capitoli del Memorandum relativi alle infrastrutture e al commercio. Dopo di lui, in sequenza, tocca al ministro dell’economia Tria, incaricato di sottoscrivere l’accordo relativo alla prevenzione dell’evasione fiscale, al titolare delle politiche agricole Centinaio, a quello dei beni culturali Bonisoli e alla responsabile della sanità Giulia Grillo.
Cosa prevedono gli accordi
Si parla di esportazioni di agrumi, di restituzione di 796 reperti archeologici a Pechino, di cooperazione contro gli scavi clandestini e ispezioni sulle quarantele di suini e bovini. Il vice ministro degli esteri Del Re sottoscrive le consultazioni bilaterali e il sottosegretario alle attività culturali Borgonzoni i progetti di gemellaggio e di conservazione dei rispettivi siti Unesco. Ci sono poi paragrafi relativi alla ricerca tecnologica, al patrimonio paesaggistico, all’agenzia spaziale, alla Rai e all’Ansa oltre agli accordi commerciali che vedono protagonisti, tra gli altri, Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Ansaldo, Intesa San Paolo, il Porto di Trieste e Genova, un progetto di collaborazione economica che fornisce la cornice giuridica a 29 intese (in origine avrebbero dovuti essere una cinquantina) per un totale di circa 7 miliardi di euro. Nessuna menzione del controverso 5G, come già anticipato nei giorni scorsi.
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