Sesso con allievo, il test del Dna conferma: il figlio dell’infermiera di Prato è del 15enne
Gli inquirenti hanno confrontato il Dna del neonato con quello dell’adolescente
Le analisi del Dna confermerebbero che la paternità del bambino della 35enne di Prato accusata di atti sessuali con minore andrebbe attribuita al 15enne che con la donna avrebbe avuto una relazione. È quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta. Gli inquirenti hanno avuto modo di confrontare i Dna del neonato con quello dell’adolescente. Per il figlio la donna ha dato il consenso al prelievo venerdì. Nelle indagini coordinate dai pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli l’attribuire la paternità del bimbo è uno degli elementi necessari per definire i rapporti tra la donna e il minore che, quando non aveva ancora compiuto 14 anni, la frequentava per prendere ripetizioni di inglese. Lei, che di professione è infermiera, nel pomeriggio è stata sentita su sua richiesta dai pm titolari dell’inchiesta. «Non possiamo dire niente: l’interrogatorio è stato secretato» hanno detto all’uscita dalla procura di Prato gli avvocati difensori Mattia Alfano e Massimo Nistri. Il piccolo è nato nell’autunno 2018, quando è stato concepito il ragazzo aveva solo 13 anni.
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