Il lavoro che non c’è
Qualcosa non va e porta ad una riflessione
Lavoro, lavoro, Lavoro! In Italia il lavoro sembra proprio non decolli anche se sono aumentati i contratti stabili. Dagli ultimi dati Istat (gennaio 2019) la stima degli occupati è cresciuta solo di 21mila unità con il tasso di occupazione stabile al 58,7 per cento. Rispetto ai dati dei mesi passati si sono registrati però 56mila contratti a tempo indeterminato in più, 16mila contratti a termine in meno e 19mila indipendenti in meno. A seguito del decreto dignità del governo, sembrano aumentati i contratti a tempo indeterminato, ma per paradosso sembrano calate le assunzioni a termine. Non si creano nuovi posti di lavoro dunque ma si registra invece un aumento del tasso di disoccupazione, specie tra i giovani e le donne, da sempre le categorie tra le più colpite.
Un disagio che potrebbe aumentare, portando di conseguenza il numero dei possibili percettori del reddito di cittadinanza a livelli più alti, Soprattutto se gli incentivi saranno riservati solo ai datori di lavoro che assumeranno con contratti a tempo indeterminato.
Ovviamente qualcosa non va e porta ad una riflessione.
Regole più rigide sui contratti a termine sarà un bene o un male? Farà forse da freno alle nuove assunzioni e quindi alla creazione di nuovo lavoro?
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
Commenta per primo.