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Sulla Tav si tratta a oltranza E l'Europa ci presenta il conto

Salvini sicuro: "Il forse non c'è, costa di più non farla che farla"

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Ieri Giuseppe Conte lo aveva promesso: entro venerdì il governo prenderà una decisione sulla Tav.

E stasera anche Matteo Salvini aveva confermato che quello di stasera sarebbe stato un vertice decisivo. Ma le posizioni restano distanti e la riunione-fiume si è conclusa con un sostanziale - ennesimo - rinvio.

"Il treno costa meno, inquina meno e su questo non c'è nessuno che mi possa far cambiare idea", ha ribadito il vicepremier arrivando a Palazzo Chigi, "Stasera un sì o un no? Il forse non c'è". Poco prima di arrivare a Palazzo Chigi il segretario della Lega ha incontrato alcuni tecnici per valutare il da farsi: "Mi confermano che costa di più non farla che farla", ha detto.

Sulla Torino-Lione, quindi, si tratta a oltranza. Una questione che divide i due contraenti del patto di governo, assestati su posizioni opposte. Per tre ore e mezza i membri del governo hanno ascoltato i dieci tecnici che snocciolavano cifre e dati, a partire dall'ormai famigerata analisi costi-benefici.Solo dopo premier, vicepremier Salvini e Di Maio e il ministro Toninelli hanno iniziato ad affrontare la questione politica.

Ma dopo 5 ore di vertice si è deciso solo che il governo chiederà un bilaterale con la Francia sui criteri di finanziamento. Matteo Salvini, dopo aver riunito i suoi al Viminale nel pomeriggio, è convinto che i bandi di gara non si debbano bloccare e che la Telt, la società italo-francese realizzatrice della Tav, lunedì debba dare il via libera alle gare come previsto. Anche perchè ci sono sei mesi di tempo per recedere senza penali. "Sì alla Tav, disponibili a modifiche del progetto purché non sia tradito lo spirito iniziale", si sottolinea dalla Lega, "Sì alla via parlamentare o alla consultazione dei cittadini per una soluzione positiva per il Paese". Ma dal Movimento 5 Stelle viene ribadito che la posizione non cambia. I gruppi parlamentari non vogliono passi indietro su quella che considerano una delle battaglie identitarie del Movimento. M5s insiste sul potenziamento della linea esistente del Frejus con lo sblocco immediato dei cantieri, soluzione che consentirebbe una riduzione dei costi

Intanto dall'Europa sarebbe pronta - come dice Repubblica - la lettera della Commissione europea per ricordare all'Italia è pronta a inviare una nuova lettera all'Italia per ricordargli che l'eventuale 'no' comporta la violazione di due regolamenti europei e soprattutto la perdita di circa 800 milioni di fondi.

Notizia e Foto tratta da Il Giornale
© Riproduzione riservata
07/03/2019 08:50:10


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