Economia L'Esperto

Italia al palo: recessione confermata

Male agricoltura e industria, meglio i servizi. Pochi spiragli in vista

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Calo del Pil un po' meno marcato nel quarto trimestre del 2018. Ma la recessione è confermata.

Ordinativi nei servizi un po' sopra la soglia critica. Ma tutto fa pensare che la crisi nel 2019 sarà confermata.

L'Istat ha rivisto le precedenti stime sulla fine del 2018. Nel quarto trimestre il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% e non dello 0,2%. Il calo rispetto al precedente trimestre è quindi un po' meno marcato rispetto alla precedente stima. Invariata la variazione rispetto all'anno precedente, pari a +0,1%. Confermata la recessione tecnica nonostante la revisione al rialzo del dato congiunturale.

L'Istat ha specificato quali voci hanno contribuito al calo del Pil di fine anno. Male consumi e investimenti, bene le esportazioni. Le ore lavorate sono diminuite dello 0,3% e le unità di lavoro dello 0,1%. Per quanto riguarda i settori, le variazioni congiunturali negative hanno riguardato in particolare l'agricoltura e l'industria, diminuiti rispettivamente dell'1,1% e dello 0,5%, mentre il valore aggiunto dei servizi è cresciuto dello 0,1%.

Nel quarto trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% congiunturale negli Usa, dello 0,3% in Francia ed è rimasto stazionario in Germania.

Italia e Germania sono legate anche da un altro indice che sta diventando sempre più importante grazie alla capacità di anticipare periodi di recessione. L'indice Pmi servizi, calcolato da Ihs Markit e basato sugli ordinativi delle aziende, in febbraio è salito a quota 50,4 dal precedente 49,7. Si tratta di un risultato sopra le attese degli analisti che indicavano per il nostro Paese un livello di 49,2, al di sotto del risultato di gennaio e al di sotto di quota 50 che indica lo spartiacque tra contrazione ed espansione di un'attività economica. Lo stesso indice applicato al manifatturiero è in calo continuo, ben sotto la soglia dei 50. In sintesi, se dipendesse dai servizi, l'Italia non sarebbe in recessione. Anche in Germania i servizi hanno registrato un aumento dell'indice salito a quota 55,3, leggermente al di sopra delle previsioni degli analisti.

Il mini miglioramento del Pil non cambia il quadro del 2019, che rimane improntato al pessimismo.

Per Confcommercio, l'attesa revisione al rialzo della caduta congiunturale del Pil nell'ultimo quarto dello scorso anno evidenzia «una preziosa vitalità di famiglie e imprese nel provare a contrastare, attraverso consumi e investimenti, la crescente incertezza che impatta negativamente sulle aspettative». Ma questi «deboli segnali positivi», «non sono sufficienti a modificare il profilo flettente dell'attività economica così che le prospettive per il 2019 restano orientate al peggioramento».

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia insiste nella ricetta basata sulle grandi opere. «Attivare i cantieri con risorse già stanziate significa non fare ricorso al deficit, quindi non incrementare il debito pubblico e creare un provvedimento cosiddetto anticiclico, senza inficiare su altre risorse».

La legge di Bilancio appena approvata per L'Ufficio parlamentare di Bilancio implica invece un peggioramento del deficit di 11,5 miliardi nel 2019, 14,5 miliardi nel 2020 e 9,2 miliardi nel 2021, pari rispettivamente allo 0,6 per cento, 0,8 per cento e 0,5 per cento del prodotto interno lordo. Nel triennio le misure espansive previste dalla Legge di Bilancio valgono tra il 2,1 e il 2,4 per cento del Pil includendo uno 0,7 per cento del Pil per la completa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia nel 2019.

Notizia e Foto tratta da Il Giornale
© Riproduzione riservata
06/03/2019 09:15:30


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