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Primavera calda sul versante politico: dieci comuni al voto nell'Altotevere Tosco Umbro

Ecco i possibili candidati a sindaco nei vari comuni, compreso l'Alto Savio

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Il 2019 sarà un anno elettorale molto indicativo per l’Alta Valle del Tevere, ma con inevitabile proiezione anche in ambito nazionale. Nel dettaglio, si voterà per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale in quattro Comuni della Valtiberina Toscana, in cinque dell’Altotevere Umbro e a Bagno di Romagna in Alta Valle del Savio. Lungo il corso del Tevere, tuttavia, sono fuori dalla competizione i tre Comuni più popolosi (Città di Castello, Umbertide e Sansepolcro), per cui il principale diventa San Giustino con i suoi circa 12mila abitanti; al secondo posto di questa particolare graduatoria c’è poi Bagno di Romagna con quasi 6mila e soltanto Pieve Santo Stefano e Citerna superano i 3mila fra le restanti municipalità. A parte il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi si presenteranno liste civiche, anche se orientate sui rispettivi versanti (ma spesso vi sono fratture persino all’interno delle coalizioni), non sarà facile dalle nostre zone fornire un’indicazione sul trend politico nazionale, se non molto velata: basterà semplicemente ricordare che il Movimento 5 Stelle potrebbe benissimo non presentarsi nelle realtà più piccole e che la Lega difficilmente correrà da sola. Di certo, a misurare il grado di salute dei partiti saranno le europee, che potrebbero svolgersi in contemporanea con le amministrative in una data del 26 maggio che, da indicativa, è sempre più destinata a diventare ufficiale. Sempre che non accada nulla di rilevante, a primavera inoltrata potremo tastare il polso del governo gialloverde e capire se l’alleanza Lega-Movimento 5 Stelle avrà ragione di andare avanti, oppure se Partito Democratico e Forza Italia sono in ripresa. Ma potremo appurare un’altra cosa: se il popolo italiano nutre ancora fiducia verso la politica più in generale, che non significa necessariamente fiducia verso i partiti. Andiamo allora a fare il punto della situazione attuale nelle municipalità in cui si tornerà al voto, iniziando dalla Valtiberina Toscana e procedendo per ordine alfabetico.

BADIA TEDALDA

È qui che alberga, forse, la situazione più delicata, tanto più che ci troviamo nel Comune meno popoloso della Valtiberina Toscana (poco più di mille abitanti) e con diverse attività economiche che stanno scomparendo, per cui la voglia di cambiamento si avverte in maniera forte. Mettiamoci poi anche la particolarità della giunta, con un sindaco di area centrodestra e due assessori di centrosinistra. Alberto Santucci, primo cittadino in carica dal 2014 (lo era stato anche nel decennio 1999-2009), ha a disposizione altri due quinquenni e sicuramente vorrà giocarsi almeno la prossima carta. C'é forte voglia di cambiamento con alcuni nomi che girano con una certa insistenza: per il versante di centrodestra, quello di Fabrizio Giovannini, vice di Santucci e sindaco dal 2009 al 2014 (con Santucci a sua volta vice), poi battuto cinque anni fa dall’ex alleato per un pugno di voti; per il centrosinistra, la figura spendibile è quella di Antonio Cominazzi, socialista di lungo corso e attuale assessore della giunta Santucci. Trattasi di due persone dotate di un buon bagaglio di esperienza, anche se non sono da escludere candidature di persone fin qui sconosciute alla politica locale ma con forte voglia di discontinuità con gli amministratori degli ultimi decenni.

MONTERCHI

Quasi sicura la ricandidatura di Alfredo Romanelli, che nel 2014 – a distanza di 15 anni – si è preso la rivincita su Gabriele Severi. E dal 2004, il Comune della Valcerfone non è più amministrato dal centrosinistra, che quindi vorrà tentare di riprenderselo. In che modo? La pedina da schierare (ma non per tutto il centrosinistra) si chiama Lorenzo Minozzi ed è il segretario comunale del Partito Democratico, oltre che il figlio di Marcello, ex sindaco ed ex presidente di Comunità Montana e Unione dei Comuni, scomparso nel marzo di 4 anni fa. Cosa faranno altri personaggi locali, protagonisti degli ultimi capitoli di storia politico-amministrativa monterchiese? Alludiamo ai due ex sindaci, Franco Landini e Massimo Boncompagni e a Lina Guadagni, che ha praticamente spento la sua verve politica dopo l’incarico ricevuto dal sindaco Romanelli.

PIEVE SANTO STEFANO

In primavera si chiuderà, per forza di cose, l’era di Albano Bragagni, sindaco dal 31 dicembre 1985 al 14 giugno 2004 e dall’8 giugno 2009 fino a tutt’oggi. Come dire che Bragagni ha vissuto da primo cittadino 28 degli ultimi 33 anni: un record o quasi. La scadenza di questo doppio mandato è destinata anche a chiudere definitivamente la sua parentesi alla guida del Comune pievano. Per il successore, Bragagni ha indicato colui che ha definito l’erede scontato per una mera questione di capacità: Claudio Marcelli, suo vice da 19 anni, ovvero dal 1995 al 2004 e dal 2009 a ora. In questo lungo lasso di tempo, Marcelli ha maturato una forte esperienza dal punto di vista amministrativo. Relativamente al centrosinistra, nulla si è ancora mosso; nel caso, tutto sarebbe ancora rimasto dietro le quinte. Andrea Franceschetti, insegnante al liceo scientifico di Sansepolcro, è l’uomo di maggior spessore, che però non sembra interessato alla questione, ma può sempre ripensarci in tempo utile. La consultazione di primavera potrebbe infine far registrare l’esordio anche a Pieve del Movimento 5 Stelle e la consequenziale possibilità che tornino in lizza tre candidati sindaci. Quanto eventualmente prenderà il 5 Stelle da un versante e dall’altro?

SESTINO

È andato in crescendo il quinquennio di Marco Renzi, nel senso che con il passare del tempo – e con l’esperienza maturata sul campo – il sindaco ha sempre più preso consapevolezza del suo ruolo. Che a ben pensarci, è pure forte, quasi come se fosse scattata la legge del contrappasso a distanza di decenni: se ben si ricorderà, Sestino era divenuta famosa in passato per essere una delle “mosche bianche” in una provincia di Arezzo politicamente colorata di rosso; ebbene, oggi – al contrario - è rimasta l’unica municipalità della Valtiberina con amministrazione di centrosinistra. Tutto fermo dall’altra parte: da capire chi sarà lo sfidante di Renzi.

CITERNA

Anche Giuliana Falaschi, come Albano Bragagni, è in dirittura di arrivo: il suo doppio mandato giunge infatti a scadenza e quindi Citerna avrà comunque un sindaco nuovo. In pole position c’è la vice, Benedetta Barberi Nucci, figlia di Benedetto (già sindaco di Citerna in due distinte legislature), che sembra essersi aggiudicata il ballottaggio con l’altro assessore, Paolo Bragotti. Dall’altra parte, il centrodestra ha intenzione di fare quadrato attorno al giovane consigliere provinciale Enea Paladino di Pistrino, peraltro molto attivo sul piano politico-istituzionale. La curiosità vera è semmai legata alle volontà di Gianluca Cirignoni, ex consigliere regionale e attualmente uno dei capigruppo della minoranza in Comune; anche lui, a oggi si chiama fuori ma in casi del genere si fa presto a tornare dentro. Dopo lo strappo con la Lega, Cirignoni è un battitore libero a tutti gli effetti, in grado persino di cambiare il vento, nell’una come nell’altra direzione. Ricordiamo che 5 anni fa Giuliana Falaschi aveva vinto per 38 voti su Giuseppe Mauro Della Rina, con Cirignoni che si era defilato da quest’ultimo e aveva corso per conto proprio. Con un’unica aggregazione ci sarebbe scappato il ribaltone, cosa sulla quale il centrodestra sta ora lavorando.

LISCIANO NICCONE

Gianluca Moscioni, sindaco eletto nel 2014 con quasi il 75% dei consensi, è ancora giovanissimo (33 anni) e ci riproverà sicuramente. Dall’altra parte, ricordiamo che il centrodestra – dal momento che tre erano i candidati in lizza – non è nemmeno riuscito a entrare in consiglio. Verdetto già scritto? 

MONTONE

Dopo aver vinto bene, Mirco Rinaldi aveva iniziato il mandato con un autentico botto, facendo sì che a Montone si insediassero due grosse aziende provenienti da San Giustino. Risultato: questo stupendo paese, che grazie alla bellezza del suo borgo e ai suoi eventi riesce a catturare tanti turisti, ora è anche capoluogo produttivo, con più dipendenti che… abitanti. Per il buon Mirco e per la sua squadra, quindi, la strada della seconda ricandidatura è di fatto già tracciata da un bel po’ e anche chi vuole sfidarlo (non è dato saperlo, anche perché ora vi sono due forze all’opposizione non certo vicine a livello di idee) deve munirsi di gran coraggio.

PIETRALUNGA

Altro Comune sotto i 3mila abitanti, per cui il sindaco Mirko Ceci ha a disposizione il terzo e ultimo mandato da sfruttare. Molto probabilmente lo farà, anche se i pietralunghesi si attendono da lui una verve maggiore, seguendo magari l’esempio del vicino di casa Mirco Rinaldi. Sull’eventuale avversario, tutto è prematuro.  

SAN GIUSTINO

Il sindaco Paolo Fratini, che sarà pure poco presente come dice qualcuno, è riuscito a fare di San Giustino un Comune virtuoso su un aspetto importante dell’efficienza amministrativa (il recupero dell’evasione) e ad allestire una squadra di giunta davvero coesa, che anche sul piano culturale si è impegnata molto per far compiere il salto di qualità al capoluogo e alle sue frazioni. Il desiderio di un mandato bis è quindi forte in Fratini e nei suoi alleati (ricordiamo il peso rivestito da Rifondazione), mentre dall’altra parte c’è grande voglia di ribaltone. La principale riguarda ovviamente il candidato sindaco: si parla da tempo di Corrado Belloni della Lega, veterano sugli scranni comunali, che però sembra sempre meno scontato di quanto si potesse pensare, per un possibile veto messo da un personaggio proprio interno al suo partito. Luciana Veschi continua a coltivare la sua personale ambizione, ma dalle retrovie starebbe spuntando un “terzo incomodo” alquanto conosciuto in paese: Giulio Franceschini, altro imprenditore con un passato da calciatore e bomber. Uno di quelli che non mette la faccia tanto per partecipare. E il Movimento 5 Stelle? Si è presentato nel 2014 con Andrea Taddei candidato sindaco e unico consigliere, che però di segni ne ha lasciati ben pochi. I “grillini” ci riproveranno?

BAGNO DI ROMAGNA

La voglia di rompere con i vecchi schemi cristallizzati è stata determinante per l’affermazione di Marco Baccini, che non è stato soltanto il sindaco capace di portare a Bagno di Romagna l’edizione numero 100 del Giro ciclistico d’Italia. L’avvocato gode di una comprovata stima da parte dei suoi compaesani: la credenziale migliore per puntare alla ricandidatura prima e alla rielezione poi. E siccome nel 2014 si era imposto nella sfida interna con il centrosinistra tradizionale, sarà curioso verificare se - nel frattempo - Baccini sarà stato in grado o meno di ricompattarlo. Si attendono le contromosse di centrodestra e Movimento 5 Stelle, che non hanno tuttavia figure di spicco da calare. Ma se l’avvocato in gonnella, Alice Bonguerrieri, ci riprovasse? I bagnesi e i sampierani vivrebbero una campagna elettorale a suon di… arringhe!

 

      

Redazione
© Riproduzione riservata
20/02/2019 16:29:48


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