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Recessione, l'allarme di Confindustria: "A rischio 450mila posti di lavoro"

"Bisogna reagire subito, sbloccando gli investimenti e i cantieri"

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Bisogna reagire subito perché a rischio ci sono 450mila posti di lavoro. È l'allarme che lancia Vincenzo Boccia, che in un'intervista al Messaggero spiega i rischi della recessione tecnica.

"È chiaro che il rallentamento è globale e non dipende dalle politiche italiane. Però il nostro Paese ha fatto una manovra che voleva essere espansiva, in deficit e che ora rischia di essere prociclica, di peggiorare le cose", avverte il presidente di Confindustria, "Sulla manovra restiamo critici, ma siamo anche propositivi. Non vogliamo una contromanovra, ma chiediamo di inserire altre soluzioni, strumenti compensativi".

Cioè investimenti per le infrastrutture: "Ci sono 26 miliardi di risorse per le opere oltre i 100 milioni di valore", dice, "Soldi già stanziati nel bilancio pubblico, che quindi non producono più deficit ma possono avere un impatto forte sulla crescita. Con questa spinta agli investimenti si possono generare 400 mila posti di lavoro, che diventano 450 mila se andiamo avanti con i cantieri della Tav". E spingere sull'occupazione: "Si crea quando c'è crescita, non con le norme", aggiunge, "È presto per dare un giudizio sul decreto dignità, ma noi a suo tempo avevamo segnalato il problema dell' obbligo di causale, che porterà le imprese ad avvicendare le persone con contratto a termine. Quanto al reddito di cittadinanza, il concetto è anche giusto, ma quello che rischia di non funzionare è il processo: come si possono immaginare proposte di lavoro, con quei vincoli, in alcune Regioni italiane? Sulle pensioni, abbiamo già detto: il ricambio non è scontato. Se prevale l' incertezza, le aziende possono anche non sostituire chi se ne va".

"È giusto, ci vogliono più cantieri ed una spesa pubblica più immediata", dice a Radio Anch'io su Radio1 il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, "Ma più investimenti per le regole europee sono più spesa. E se io prendo e faccio una strada è spesa pubblica che arriva nel circuito economico dopo rispetto alla spesa corrente"

Notizia e Foto tratta da Il Giornale
© Riproduzione riservata
01/02/2019 16:34:27


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