Massimo Bernacchi, un biturgense protagonista in Alto Adige
Escavatorista di professione, lavora attualmente alla galleria Bressanone - Innsbruck
Ha avuto l’onore, e l’onere, di rompere con il mezzo meccanico l’ultimo diaframma della galleria che, nella località altoatesina di Fortezza, è parte integrante della linea ferroviaria Bressanone-Innsbruck lunga 64 km. Lui è Massimo Bernacchi, 50enne biturgense, escavatorista da oltre 20 anni. Nel dicembre scorso, assieme ai suoi colleghi di lavoro, è stato protagonista di un’opera strutturale di grande rilevanza, che avvicina via rotaia l’Italia all’Austria con la realizzazione del portale sud della galleria di base del Brennero. E’ stato lui, con l’escavatore, a dare il colpo di grazia alla montagna che sorge sul posto e che permette di compiere un ulteriore passo avanti di una complessa opera che prevede il suo completamento nel 2026. Del resto Massimo Bernacchi, unico tiberino fra tanti escavatoristi che lavorano all’infrastruttura, ha esperienza da vendere in materia. In passato ha già dato il suo contributo, fatto di fatica e professionalità, al compimento dell’alta velocità sulla tratta Firenze-Bologna e alla stazione di Genova. “Ma ogni volta è un’emozione nuova – ci confida nei suoi giorni di relax al Borgo prima di ripartire per l’Alto Adige – che condivido con tutti i miei compagni e con i responsabili dei lavori”. Con la sua escavatrice, una macchina utilizzata per operazioni che richiedono movimento di terra o frantumazione di porzioni di montagna, ha raggiunto l’obiettivo. Un lavoro duro non solo fisicamente ma anche a livello di attenzione, bisogna essere molto concentrati e precisi quando si bucano terreni e rilievi, per seguire alla perfezione la linea del tracciato. E alla fine una grande soddisfazione perché ti rendi conto che quello che hai fatto permette di portare avanti opere di collegamento fondamentali. Fra un “buco” e l’altro pochi giorni di sosta e di riposo che lui trascorre con la famiglia a Sansepolcro assieme alla moglie Elisa, al figlio Lorenzo e all’adorata cagnetta Neve. Per ritemprarsi un po’ prima di riprendere la strada che conduce in Alto Adige, indossare tuta e casco protettivo e salire nuovamente sull’escavatrice. Perché mica è finita. “Ora torno su – dice Massimo Bernacchi – mi attende un’altra fetta di lavoro importante, dobbiamo aprire un varco sotterraneo al corso del fiume Isarco. Siamo pronti”. Il Borgo gli manca, ma l’opera deve essere completata. E Massimo Bernacchi, escavatorista di professione, sa che la sua presenza è richiesta lassù tra le montagne.
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