Svizzera, nullo il voto sulle vacche: “No al taglio delle corna”
Con il voto in 26 Cantoni, bocciato un referendum che avrebbe risparmiato le corna ai bovini
In seicento anni avranno pure inventato solo gli orologi a cucù, come spesso vengono dileggiati, ma non si può dire che gli svizzeri non abbiano a cuore il pronunciamento popolare. Con il voto in 26 Cantoni, la Svizzera ha bocciato domenica un referendum che, in caso di vittoria, avrebbe risparmiato le corna alle vacche, uno degli emblemi della Confederazione. A lanciare l’iniziativa popolare era stato Armin Capaul, un allevatore che deve avere nel cuore le sue meravigliose vacche da latte, tra le più rinomate al mondo per capacità e qualità produttiva.
No al taglio
Il promotore del referendum avrebbe voluto risparmiare il taglio delle corna alle vacche, abitualmente adottato in tutte le stalle non certo per motivi estetici ma per evitare che le vacche strette nelle loro stalle possano ferirsi. Per garantire che le vacche non si facciano male devono essere legate o tenute in stalle più ampie con un aumento considerevole dei costi. Un elemento che deve aver inciso non poco visto che il referendum è stato bocciato dal 54,7% dei votanti. A favore dell’iniziativa popolare si erano schierati gli animalisti e i veterinari. Sconsolato il promotore Amin Capaul, che dalla televisione elvetica dove esibisce un’ancestrale barba bianchissima ammette la sconfitta: «La Svizzera ha tolto le corna al suo animale nazionale». Cosa vera in parte visto che l’immagine delle vacche con generose corna oramai va bene solo per depliant turistici.
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