Opinionisti Giacomo Moretti

La retorica dei “presidenti non eletti”

Paladini del voto popolare, quelli che “i presidenti del consiglio li deve scegliere il popolo"

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E così, dopo più di settanta giorni dall’ormai famoso 4 marzo, giorno durante il quale gli italiani chiamati al voto hanno deciso di cambiare in modo a dir poco deciso lo scenario politico del Paese, emergono con chiarezza le prime crepe di una retorica assurda alla quale abbiamo assistito in questi anni.

Se tutto dovesse andare nella direzione che si sta delineando in queste ore, a breve avremo un governo di coalizione.

Una coalizione giallo-verde del tutto inedita per quanto stravagante.

Infatti, il movimento cinque stelle, il giallo, si era presentato agli italiani da solo, indicando quale proprio capo politico l’On. Di Maio, che, in caso di vittoria, sarebbe stato indicato dal movimento stesso al Presidente della Repubblica per ricevere l’incarico alla Presidenza del Consiglio.

Per quanto attiene il verde della coalizione, parlo evidentemente della Lega, la questione si fa più complessa.

La Lega, infatti, si era presentata in coalizione con Forza Italia, Fratelli d’Italia e la cosiddetta quarta gamba composta dall’unione di alcune forze politiche riferibili al mondo popolare, ex Dc per intenderci.

Dunque Lega – Forza Italia – Fratelli D’Italia – Popolari si presentavano agli italiani in coalizione con un accordo palesato prima delle elezioni che, in caso di vittoria, avrebbe indicato al Capo dello Stato quale Presidente del Consiglio, il leader del partito che avrebbe preso più voti.

Com’è andata lo sappiamo tutti, ovvero dal voto del 4 marzo è uscito come primo partito il movimento cinque stelle e come coalizione quella di centro destra a trazione leghista.

Ma entrambe queste forze senza la sufficienza di voti in Parlamento per avere una maggioranza.

E qui una prima differenze sostanziale.

Mentre i cinque stelle hanno avuto un numero di parlamentari commisurato alla propria forza elettorale (al lordo dell’assurdo riparto previsto dalla legge elettorale, ma questo è un altro argomento), ciò non si può dire della Lega.

Infatti la Lega ha goduto di numero maggiore di parlamentari dovuto al beneficio che i voti di coalizione hanno portato ai candidati della Lega nei collegi uninominali dove magari, senza l’apporto delle altre forze politiche coalizzate, molti deputati leghisti ora non lo sarebbero.

Insomma siamo andati a votare con tre poli, movimento cinque stelle, centro destra, e coalizione guidata dal Pd.

Dopo che per anni i cinque stelle e la lega ci hanno propinato la litania dei “Presidenti del Consiglio non eletti da nessuno”, in riferimento a Letta – Renzi - Gentiloni che avevano assunto l’incarico da presidenti del consiglio senza essere passati dal vaglio elettorale in qualità di capi politici designati al momento della presentazione delle liste…che succede?

Ovviamente tralascio commenti sulla sciocchezza costituzionale di tale affermazione in quanto la Costituzione attribuisce il potere di nomina al Presidente della Repubblica, unico che ha la prerogativa di nominare il Presidente del Consiglio, che nel nostro ordinamento non viene eletto dal popolo ma viene designato dal Presidente della Repubblica sulla base dell’esistenza di una maggioranza parlamentare.

Ma detto questo, ora i giallo-verdi, che per anni si sono spacciati per paladini della volontà popolare cosa ci propongono?

Intanto mi pare che il 4 marzo non si sia presentata nessuna coalizione Lega – Cinque Stelle, e dunque i paladini della volontà popolare stanno ponendo in essere una prassi che affonda le proprie radici nella vecchia e cara Prima Repubblica.

Sì, proprio quella tanto dileggiata dai nostri amici giallo-verdi.

I cinque stelle che si presentavano da soli ora si accompagnano felicemente ai leghisti, e la lega coalizzata con altre formazioni politiche, dopo aver beneficiato anche dei voti di coalizione, scarica gli alleati per formare un’alleanza mai passata dal vaglio della volontà popolare.

Ma non solo, dopo anni di ipocrisia spiccia in merito alla designazione dei presidenti del consiglio mai eletti, sarebbero per proporre al Presidente della Repubblica un certo Professor Conte.

Certamente il Prof. Conte sarà una persona degnissima e di spessore ma non ha mai rivestito ruoli politici.

Tradotto, non ha mai preso un voto da nessuno, nemmeno come rappresentante di pianerottolo del condominio.

Ecco i paladini del voto popolare, quelli che “i presidenti del consiglio li deve scegliere il popolo”…e via discorrendo.

Certo, qualcuno potrebbe dire che a questa coalizione, ancorché anomala, non vi sia alternativa.

Forse è vero che gli italiani hanno voluto proprio questo, ma (e c’è un ma grosso come una casa) sia la Lega che i Cinque Stelle si sono presentati agli italiani con dei capi politici: Di Maio e Salvini.

Se alleanza deve essere che sia, si assumano la responsabilità politica e uno dei due faccia il Presidente del Consiglio.

Ci mettano la faccia, la loro e non quella di un prestanome pronto a fare da parafulmine in caso di fallimento.

Facciano i paladini del voto degli italiani, ci mettano la faccia, la loro, escano dall’ipocrisia e si assumano la responsabilità a loro attribuita dal popolo che tanto amano.

Certo, molto più semplice urlare in piazza, ma ora gli italiani chiedono loro di fare, di realizzare le promesse che hanno fatto, più facile urlare vero???

Qualcuno direbbe: “è la democrazia bellezza”!

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
22/05/2018 10:23:38

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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