Opinionisti Giorgio Ciofini

Democraticamente razzisti

Nessuno è del tutto razzista come non è del tutto maschio o femmina

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Fino a qualch’anno fa l’unico extra che c’era ‘n tutta’Rezzo era ‘l Saracino. S’era tutti nostrali com’i polli nell’aia de Betto e oggi, pe’la via, non s’artrova ‘n aretino manco a cercallo col lumicino. Stanno tutti tappati ‘n casa. Se putacaso escono, ogni spuntar di luna, piglion la machina e li trovi solo ne’le carreggiate. L’altra domenica, da’le parti di Saione, m’ero fermato a far quattro chiacchiere col Pelo, quando uno passando cià sintito e s’è messo a facce le feste com’avesse incontrato ‘n par di figlioli ch’unn’rivedeva da vent’ anni.  Cià visto ‘n po’ straniti per tutte que’le feste e ha spiegato: “Scusate è, ma son du’ore che so al giro da‘ste parti e’ è la prima volta che sento qualcheduno parlare ‘n italiano”. Così s’è fatto cumbriccola. V’arcordate la torre di Babele e la confusione de’le lingue? Oggi è quella delle cento bifore. Ce sono ‘nfilati praticamente tutt’i popoli: indiani, pakistani, marucchini, cinesi, cingalesi, africani del nord, del centro e dell’est, rumeni, etiopi e albanesi, slavi, filippini, peruviani, nigeriane, brasiliane e ucraine, che de là vengono solo femmine e la città è diventata ‘n gran casino, ‘n do’ impera il razzismo a l’arrovescio. Presempio le case popolari ne tocca dieci a l’extra e una a’nativi, che son razzisti perché dicon bu a’lo stadio. Co’ste coglionate si genera ‘l razzismo di ritorno, che da’le padane terre oramai è sceso fin’al Granducato, ma più che razzisti l’aretini a me mi paion masochisti. Col Pelo s’era appena salutato quello de’le feste e s’era giusto a Cina Town, che ‘na volta era via Vittorio Veneto, quando ci passon davanti du’musulmane fondamentaliste anche nei vistiti, con ‘n par de’tonneche lunghe fin’a i piedi e du’rabuschi, ch’a guardalle, manco si capisce com’hanno fatto a falli e come fanno a ‘ulle pestare. “Mio quelle!” - ha fatto il Pelo, ma unn’ce n’era propio bisogno, perché due così sono come il mago Otelma, quello di “a me l’occhi”. A ‘n certo punto un’di quei rabuschi stava per atraversare la via e la su’mamma glià berciato: “Alò Robertino non fare ‘l bischero sennò t’acciaccheno!” Robertino s’è ‘nchiodato! Io e ‘l Pelo ci siamo armasti di sale anche per com’ubbidiscono i citti dei musulmani. Comunque le du‘mbacuccate parlavano come due di Chiani e quei rabuschi saranno l’aretini di domani. “E se vengano fondamentalisti come le su’mame?” - m’ha fatto ‘l Pelo tutto preoccupato. Non è ‘n interrogativo di lana caprina. Così, quando l’ho salutato, me s’ho messo a ragionare tra me al giro per via Po’, che pare ‘n incrocio tra via Nilo, via Danubio e via del Gange, ma m’è toccato arivare al Burger King, per capire ch’umanità e razzismo sono com’i gemelli siamesi: non si possono dividere. Nessuno è del tutto razzista come non è del tutto maschio o femmina e qualcheduno è anche‘rmafrodito, a seconda delle circostanze. Cioè si fa gli spiriti belli quando gli extra stanno a mangiare a casa sua, ma anche l’ospite dopo tre giorni puzza. Figurasse quelli che puzzano già prima d’arivare, perché l’unici che si lavano sono quelli che finiscono ‘n fondo al mare. A proposito. A sentire li scienziati ‘l livello de’l’oceani se sarebbe alzato per l’effetto serra. Cazzate! Sono state le lacrime di coccodrillo, ch’han fatto sciogliere l’Antartico e ‘l mondo è sempre armasto uguale. L’unica cosa ch’è cambiata è ch’ora lo chiamon democratico.   

Redazione
© Riproduzione riservata
16/05/2018 19:30:54

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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