Opinionisti Francesco Del Teglia

Il genio non si denuncia

La goliardia non può essere trattata così

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Cos’è il genio? E’ acutezza d’intelletto, nel Rinascimento era colui etichettato di “multiforme ingegno”. Ero a Firenze per la consueta gita fuori porta di Pasquetta quando mi è giunta la notizia di Porta Fiorentina “chiusa” da una grande porta nel giorno che celebrava il primo aprile. Ho saputo la cosa, ho visto la foto che ritraeva la “creazione”. E mi son fatto una bella risata, pensando “geniale sta cosa”. Geniale, che per sinonimi ha termini come “ingegnoso, originale, creativo, fantasioso, estroso, insolito”. Un filo sottile collegava quel giorno Sansepolcro e Firenze. Firenze, culla della toscanità, territorio del lazzo, del frizzo, dello sberleffo. Scenario di uno fra i più godibili film mai visti, “Amici miei” del grande Monicelli. Pellicola del 1975 in cui i vari Tognazzi, Celi, Noiret, Moschin e Del Prete prendevano in giro il Mondo intero, fra supercazzole e scherzi come gli schiaffi ai passeggeri del treno in Santa Maria Novella o come l’irruzione in quel paesino che doveva essere eliminato dalle cartine geografiche perché lì doveva passare una nuova autostrada. Sapere che anche in un angolo della Toscana più spostato ad est era stato partorito uno scherzo del genere, mi è piaciuto, lo confesso. L’ho trovata geniale quell’idea, la sua realizzazione – che non deve essere stata semplice – anche l’effetto che poteva avere sulla gente. Non so chi siano gli ideatori e i protagonisti dello scherzo, a loro va comunque il mio personalissimo plauso. Perché in maniera garbata, ma anche ironica e con spunti che profumano di storia oltre che di certosino lavoro, hanno voluto far qualcosa che stupisse e che per un momento ci strappasse un sorriso. Confesso: per un momento essere del Borgo e dunque essere toscano, mi ha inorgoglito più del solito. Perché ste robe solo chi è toscano riesce a farle bene e renderle godibili. Bisogna capirle però, come quando raccontiamo le barzellette o come quando si fanno i canti in rima, e comprendere il retroterra culturale che ci sta dietro. Ho letto che i burloni del pesce d’aprile rischiano adesso addirittura una denuncia. La goliardia – di gran classe peraltro – di un giorno tradizionalmente dedicato agli scherzi non può essere trattata così. E il genio, dunque la toscanità, non possono essere denunciati. Si andrebbe contro la storia e un dna che ci appartiene da sempre.

Francesco Del Teglia
© Riproduzione riservata
04/04/2018 08:30:05

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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