Opinionisti Francesco Del Teglia
Si va al Borgo…
Ho letto in questi giorni delle difficoltà in cui si dibatte il commercio a Sansepolcro. Il grido di dolore del presidente provinciale di Confeserscenti perché alcuni nomi storici stiano per chiudere bottega, le prospettive che parlando di almeno 10-12 esercizi destinati a breve a tirare giù la saracinesca o, nella migliore delle ipotesi, a passare di mano. Uno scenario magari fisiologico di questi tempi, ma che resta triste e preoccupante per tanti motivi. Così mi tornano in mente immagini e sensazioni del passato, di quando era tutto diverso (e probabilmente migliore, non solo in questo specifico settore). Ricordo che da bambino la mamma mi diceva, in genere di pomeriggio, "Dai, che si va al Borgo". Non era un comando ma un invito, un messaggio ammantato di fascino e mistero. Quell'andare al Borgo, per me che abitavo leggermente oltre le mura antiche, significava scoperta di nuovi Mondi. Affidavo la manina a quella protettiva della mamma e mi facevo volentieri portare in giro. Giù, oltre la Nazionale, nella discesa della Madonna delle Grazie e di San Francesco per poi varcare l'Arco della Pesa ed entrare finalmente al "Borgo". Dove cominciava un tour stuzzicante e pieno di sorprese. La prima tappa era "Bigiarino" nella grande piazza per prendere una rivista per lei e un giornalino per me, mentre guardavo rapito i soldatini e le macchinine esposte in vetrina. Poi pochi passi ancora ed eccoci da "Fedelino" ad acquistare qualche genere alimentare tra i buoni odori che arrivavano dal banco. E ora si va per il "Corso", sempre con la manina stretta nella sua e un senso di gaia contentezza. Si entra dal "Galardi" per un farmaco – magari mamma la Citrosodina che è proprio buona – fra quegli effluvi strani di medicinali e la consueta salita sulla grande bilancia pesapersone. Avanti ancora, siamo solo all'inizio del viaggio. C'è da prendere un po' di buona frutta e si arriva in quel negozio dove c'è tanta roba gustosa e colorata e anche se i personaggi sono buffi – li chiamano i "Brutos" – sono simpatici e alla mano. Un'occhiata alle vetrine del Rosati, con il saluto della mamma a Faliero e alla Tilve, un salto da Gastone per vedere se c'è qualche caldo cappottino per 'sto citto. E poi dalla signora Nidia Paoletti, con il suo negozio che era un autentico scrigno di bellezze e di oggetti affascinanti. Io poi confesso che ero segretamente innamorato della signora Nidia e della sua vocina gentile e una volta ebbi pure l'ardire di scriverle un messaggino su un foglietto al quale lei rispose con un sorriso mentre la mamma mi dava dello stupidino. C'è tempo per incrociare quell'omone grande e grosso in bicicletta che ha un bel ristorante, mi pare si chiami Alessio e da lui si mangia proprio bene la domenica. Eccoci a fine viaggio, fa freddo ed un cartoccio di castagne arrosto di "Pastina" è quel che ci vuole. Alè, ci si incammina di nuovo verso casa con un senso di grande appagamento da parte mia. Mi piace quando la mamma mi porta "Al Borgo". E' un tuffo in questa sorta di "Piccolo mondo antico" al quale non rinuncerei mai, che mi diverte con le sue mète fatte di tradizione, di cordialità, di sapori e atmosfere che sanno di buono. Non facciamole svanire del tutto, sarebbe come perdere la memoria storica e una parte di noi e del nostro Borgo.
Francesco Del Teglia
Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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