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Educazione stradale cercasi...

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Centoquindicimila ragazzi (in età compresa tra 10 e 19 anni) sono morti per incidenti stradali. Sono questi i numeri agghiaccianti presenti in un rapporto emesso dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sembra dunque che le morti sulle strade superino problemi di salute, suicidi e decessi accidentali, per quel che riguarda le cause di mortalità dei più giovani.

Che siano pedoni, motociclisti o ciclisti è proprio nella fascia dei maschi tra i 15 e i 19 anni che si registrano i maggiori casi di morte per incidenti stradali. Un dato inquietante che ci permette di dare uno sguardo a tutto ciò che non va e che  vediamo quotidianamente nelle nostre città, specie le più grandi.  Tra questi, la mancanza di strisce pedinali oppure quasi sempre cancellate, la presenza costante di buche pericolose per pedoni e motociclisti, il tutto sommato ad un'educazione stradale rivedibile e non più procrastinabile.

Inutile dire come i limiti di velocità vengano spesso ignorati, o che capita ancora di vedere qualche automobilista senza cintura di sicurezza e qualche centauro senza casco, e di vedere decine di automobilisti con il cellulare in una mano e l'altra sul volante, così come passanti sbadati che scambiano le strade per marciapiedi.

Per quanto riguarda i giovani, la maggior parte dei quali hanno una conoscenza relativa della segnaletica stradale (per guidare le "minicar" per esempio non serve la patente B, così come per guidare uno scooter di cilindrata 50), unito ad  un desiderio di spericolatezza e un senso di immortalità che li porta a fare scelte pericolose. Forse, agli incontri nelle scuole con i giovani, si dovrebbe promuovere un forte impegno amministrativo globale nell'eliminare tutti quelli che sono i pericoli sulle strade. E gli adulti che possono fare? diventare degli esempi nell'educazione stradale per i più giovani.

Redazione
© Riproduzione riservata
19/06/2017 14:48:31

Monia Mariani

Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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