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Turismo a Sansepolcro: la Via dei Musei, il Percorso di San Francesco e il territorio

Questa città ha enormi potenzialità dal punto di vista turistico. Bene, è ora che queste potenzialità vengano capitalizzate

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Continua l'inchiesta della nostra redazione sullo sviluppo turistico di Sansepolcro. Dopo aver affrontato l'aspetto della città, che deve essere alla base di un progetto, affrontiamo due grandi progetti che la città reclama ma che da anni sono fermi sopra qualche "polverosa" scrivania.

 

SECONDA PUNTATA


LA VIA DEI MUSEI – Un percorso breve ma intenso, che abbraccia la parte centrale di via Niccolò Aggiunti, suddivisa fra i versanti di Porta Romana e Porta Fiorentina con partenza dal museo civico e arrivo ad "Aboca Museum". In mezzo a queste due sedi, vi sono altri due edifici che potrebbero svolgere un ruolo fondamentale: palazzo Pretorio e la Casa di Piero della Francesca. Per ciò che riguarda la ex sede di Pretura e Tribunale, attualmente sono stati assegnati alcuni locali al Corpo Forestale dello Stato, destinati fra non molto a rimanere liberi perché come noto – in base alla riforma Renzi – presto gli agenti di questa istituzione passeranno ai Carabinieri. E poi, la scelta scellerata di destinare acuni locali dell'immobile alla Casa delle Associazioni. Perché "scellerata"? Il progetto in se' stesso di concentrare le sedi dei tanti sodalizi all'interno di uno stesso edificio (magari da suddividere in più locali in base al numero delle realtà) è ottimo: ad appoggiarlo è stata per prima la nostra redazione, ma ad essere infelice è la soluzione logistica adottata. C'è inoltre un problema: chi decide quali associazioni andranno in questo luogo? Solo chi ha "santi in paradiso" oppure si adopera un criterio basato su tipo di attività, numero di soci e ricadute in città? E poi, perché da una parte vi sono associazioni che si autotassano per cercarsi una sede e per svolgere la propria attività senza chiedere alcun contributo pubblico e dall'altra associazioni che per gettare uno spillo vanno subito a batter cassa? Questi i misteri del mondo associativo biturgense. Restando a palazzo Pretorio, diciamo subito che l'edificio costituisce di fatto la naturale prosecuzione di quello che ospita il museo civico: i due immobili sono collegati mediante l'Arco della Pesa, che oggi ha una terrazza nella parte superiore ma che in passato sosteneva due piani e quindi era un blocco unico. I piani inferiori di palazzo Pretorio potrebbero essere tranquillamente destinati ad altri musei denominati impropriamente "minori", ma pur sempre interessanti per coloro che vengono a visitare la città. Passiamo alla Casa di Piero della Francesca. Il palazzo è gestito dalla Fondazione che porta il nome dell'artista, la quale però in questi anni ha visto dapprima defilarsi i suoi principali soci per rimanere poi un contenitore misterioso, la cui unica funzione è stata quella di prendere soldi pubblici, mentre doveva essere una grande opportunità a livello turistico. Ora, finalmente questo palazzo tornerà ad essere "vivo" grazie ad un progetto che in pochi mesi l'amministrazione Cornioli ha messo in piedi. Il giorno 16 ottobre é infatti prevista la riapertura al pubblico di questo bellissimo edificio. Proviamo a immaginare questa parte di Sansepolcro, che sicuramente è fra le più belle della città, considerando piazza Garibaldi: ebbene, un turista per poter visitare attentamente questo percorso sarebbe costretto a rimanere a Sansepolcro perlomeno per un week-end, con indubbie ricadute economiche anche per gli operatori del posto; al contrario di oggi, con un turismo "mordi e fuggi" che dopo un'ora di museo vede i visitatori tornare al pullman e ripartire. Da non dimenticare, poi che nello stesso contesto sono previsti altri due musei: quello di archeologia industriale della Buitoni, nei locali a pianterreno di palazzo Muglioni (ingresso da via della Firenzuola) e quello con assieme la biblioteca della Resistenza nella vecchia casa famiglia di via dei Balestrieri, traversa accanto al museo civico. Si tratterebbe oltretutto di recuperare due pezzi importanti del patrimonio immobiliare cittadino.

 

IL PERCORSO DI SAN FRANCESCO E IL TERRITORIO – In questi anni si sta parlando del percorso di San Francesco: se si riuscisse in tempi brevi a trasformarlo in realtà, potrebbe rivelarsi una opportunità nuova e interessante per la Valtiberina, perché Sansepolcro diverrebbe una tappa fondamentale del percorso Assisi-La Verna. D'altronde, l'eremo di Montecasale è legato alla storia di San Francesco e ai suoi trasferimenti a piedi verso La Verna: insomma, seppure nelle dovute proporzioni, il percorso di San Francesco potrebbe trasformarsi in una sorta di cammino di Santiago in miniatura e portare gente di tutto il mondo intenzionata a riscoprire la spiritualità e la volontà contemplativa. Gente che, per precisa volontà, decide di spogliarsi della modernità e degli abiti griffati e lo fa con piacere; in ogni caso, gente che usufruisce delle strutture del posto e che quindi porta soldo effettivo in zona. Oltre a ciò, non dimentichiamo che il contesto della vallata è quello di un territorio bellissimo e ancora incontaminato; le colline che la circondano sono ideali per il trekking, le passeggiate e le traversate in mountain bike. Basterebbe allora costruirvi eventi sopra per poter calamitare migliaia di persone nel nostro comprensorio, proprio come accaduto per qualche anno in estate con la gara di mountain bike. E la diga di Montedoglio? Ha cambiato i connotati di una fetta di vallata, ma dopo i fatti del 29 dicembre 2010 quando la rimetteranno a posto? E una volta rimessa a posto, non è il caso di ripensare a un tipo di gestione diverso da quello attuato finora? Montedoglio è ancora concepito come l'enorme "vascone" al quale attingono la Valdichiana (d'altronde, per questo motivo la diga era stata pensata oltre 50 anni fa) e Arezzo e che, in base a esigenze e andamento climatico, può andare incontro a escursioni frequenti e anche marcate nel livello dell'acqua. L'infrastruttura è utilizzata al solo scopo idropotabile: nessun progetto turistico in tal senso, con il punto interrogativo sulla sicurezza del lago alimentato dall'imprevisto di quasi 6 anni fa. Perché non riscrivere il futuro di Montedoglio, cercando di mantenere tendenzialmente stabile il livello dell'acqua e di fare in modo che il lago diventi fruibile anche sotto l'aspetto turistico? Qualcuno si ricorda del progetto turistico di Albiano (Anghiari)? Una grande opportunità turistica persa da tutta la Valtiberina solo per la miopia di una certa politica.

Redazione
© Riproduzione riservata
04/10/2016 15:38:23


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